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Canto 11 Paradiso riassunto e spiegazione

Nel Canto 11 Paradiso della Divina Commedia di Dante Alighieri, il poeta, guidato sempre da Beatrice, si trova nel quarto cielo, il Cielo del Sole. Qui Dante incontra gli spiriti sapienti, che danzano cantando, disposti in corone concentriche e splendenti.

Tra gli spiriti sapienti, c’è San Tommaso d’Aquino, frate domenicano. Egli ha fatto la sua comparsa nel canto 10 del Paradiso. Accompagna Dante in tutta la sua permanenza nel Cielo del Sole, sciogliendo alcuni dubbi dottrinali del poeta, espressi soprattutto nel canto 13 (in particolare, il dubbio sulla sapienza di Salomone). Scompare poi nel canto 14 del Paradiso, quando Dante ascende al quinto cielo, il Cielo di Marte.

In questo canto, il canto 11 Paradiso, Dante affida a San Tommaso d’Aquino pure il compito di pronunciare il panegirico di San Francesco d’Assisi, spunto per l’aspra condanna della corruzione di molti frati dell’Ordine domenicano, a cui San Tommaso appartiene.

Cosa succede nel Canto 11 del Paradiso?

  • Invettiva di Dante (vv. 1-12)
  • San Tommaso introduce il panegirico di San Francesco (vv. 13-42)
  • Agiografia di san Francesco (vv. 43-117)
  • Decadenza dell’ordine domenicano (vv. 118-139)

Paradiso Canto 11: Invettiva di Dante (vv. 1-12)

Il Canto 11 del Paradiso si apre con un’invettiva di Dante contro gli uomini che spendono i loro giorni occupati da interessi terreni e perdono di vista la vera felicità, che risiede nell’allontanamento delle passioni e nella conquista della grazia eterna. Destinatari dell’invettiva sono gli affaccendati e gli oziosi, i politici turbolenti e ambiziosi e gli scienziati avidi di fama e di lucro, i religiosi in cerca di onori e di guadagni, e coloro che vanno dietro ai piaceri della carne.

Canto 11 Paradiso: San Tommaso introduce il panegirico di San Francesco (vv. 13-42)

A questo punto Dante sente di nuovo la voce di San Tommaso d’Aquino, domenicano, che si era già rivolto a Dante nel canto precedente (Canto X). Aveva spiegato al poeta che, nell’ordine dei frati domenicani, la santità si raggiunge purché non ci si allontani dalla regola originaria (ben s’impingua, se non si vaneggia) e aveva presentato Salomone, re d’Israele, come l’uomo più saggio mai nato.

Ora Tommaso d’Aquino riprende a parlare, precisando di aver capito quali sono i dubbi di Dante, l’uno sulla condotta dei frati domenicani (cui lui stesso appartiene), l’altro su re Salomone. Qui risolverà solo il primo, mentre il secondo verrà preso in considerazione nel Canto XIII.

In merito al primo dubbio di Dante, San Tommaso spiega al poeta che la Provvidenza divina, per aiutare la Chiesa nel suo sacro e arduo cammino, decise di mandare sulla Terra due «principi» con il compito di guidarla e sostenerla: san Francesco e san Domenico. Tommaso d’Aquino, che fu domenicano, parlerà di Francesco, perché parlando dell’uno, si elogia anche l’altro in quanto le loro opere furono rivolte allo stesso scopo.

San Domenico verrà celebrato nel Canto XII da un grande francescano, Bonaventura da Bagnoregio. In questo modo Dante allude alla necessità di una conciliazione tra i due ordini, che spesso furono in contrasto, per procedere uniti nella loro missione di riformatori illuminati di una Chiesa corrotta.

Paradiso Canto 11: Agiografia di san Francesco (vv. 43-117)

San Tommaso inizia a raccontare la vita di San Francesco. Dopo la descrizione dei luoghi in cui nacque, Dante narra l’episodio delle nozze mistiche con Madonna Povertà.

Il primo sposo della Povertà era stato Cristo; dalla sua morte nell’anno 33 (secondo la tradizione) alla nascita di Francesco, nel 1182, erano passati più di mille e cento anni. Nessuno, nel frattempo, si era voluto unire a lei, sebbene essa si fosse mostrata fedele a Gesù persino nella crocifissione, e avesse trovato momentanea ospitalità presso alcuni uomini antichi. Francesco, invece, entra in contrasto con suo padre per sposare Povertà, si spoglia pubblicamente di tutti i beni e vive in completa umiltà.

Il canto segue il percorso di vita di San Francesco, dalla formazione del primo gruppo di discepoli alla sua predicazione itinerante e all’approvazione della Regola francescana da parte dei papi Innocenzo III e Onorio III, fino al suo viaggio in Egitto, dove tenta inutilmente di convertire al cristianesimo il sultano. Infine, il ritorno in Italia, il conferimento delle stimmate sul monte Verna e la morte in umiltà e povertà. Francesco infatti, prima di morire, si fece poggiare sulla terra, rifiutando ogni comodità. Prima ancora però aveva raccomandato ai suoi confratelli la donna sua più cara (la Povertà) e comandò loro che l’amassero con fedeltà.

Paradiso Canto 11: Decadenza dell’ordine domenicano (vv. 118-139)

Il canto si conclude con la critica di San Tommaso d’Aquino rivolta alla maggior parte dei membri dell’Ordine domenicano: essi si sono allontanati dall’insegnamento originario del santo fondatore (San Domenico), che aveva prescritto la ricerca dei soli beni spirituali, perdendosi invece dietro i vani beni terreni.

San Tommaso chiarisce quindi di aver risposto solo al primo dubbio di Dante u’ ben s’impingua se non si vaneggia, ovvero: l’Ordine domenicano è quel luogo dove ci si arricchisce spiritualmente se non si corre dietro a cose vane. Il secondo dubbio sarà chiarito nel Canto XIII.

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