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Paradiso canto 9 riassunto

In Paradiso canto 9 Dante e Beatrice si trovano ancora nel cielo di Venere, tra gli spiriti amanti. Si tratta di beati che in vita non dominarono la passione, proprio come i lussuriosi dell’Inferno (che Dante incontra nel canto quinto dell’Inferno); ma, a differenza di questi ultimi, seppero pentirsi e rivolgere quell’inclinazione naturale al bene, indirizzandola interamente a Dio.

Paradiso canto 9 – La profezia di Carlo Martello

vv. 1-12. Il canto 9 del Paradiso si apre con le ultime parole di Carlo Martello, che si congeda da Dante con una misteriosa profezia contro i suoi discendenti, ma raccomanda a Dante di non farne parola una volta tornato sulla Terra. Al tempo stesso, Dante critica l’attaccamento degli uomini ai beni terreni, distogliendo così la loro anima dall’unico vero bene che è Dio.

Dante incontra Cunizza da Romano

vv.13-63. Si fa incontro a Dante l’anima di Cunizza da Romano, che pronuncia una violenta invettiva contro la corruzione degli abitanti della Marca Trevigiana, profetizzando le imminenti e sanguinose sciagure che colpiranno Padova, Treviso e Feltre. Poi, indica accanto a sé un altro spirito che ha lasciato buona fama sulla Terra, ma di cui gli abitanti della Marca non sembrano curarsi.

L’incontro di Dante con Folchetto da Marsiglia

vv. 64-108. Lo spirito indicato in precedenza da Cunizza è il poeta provenzale Folchetto da Marsiglia, divenuto vescovo di Tolosa nel 1205, che partecipò alla crociata contro gli Albigesi. Egli ricorda quanto sulla Terra subì la passione amorosa, quindi spiega come in Paradiso la felicità sia perfetta, essendo le colpe terrene ormai private di ogni amarezza e rimorso, e come in cielo si contempli e si comprenda perfettamente il provvidenziale disegno divino della creazione.

L’anima di Raab e la polemica contro il Papato

vv. 109-142. Folchetto da Marsiglia presenta a Dante l’anima più alta e luminosa del cielo di Venere, quella di Raab, la biblica prostituta di Gerico che favorì la conquista ebraica della Terra Promessa. La figura di Raab è l’occasione per l’invettiva di Folchetto contro la Chiesa e i suoi ministri, colpevoli di trascurare i loro sacri doveri, quali la riconquista del Sacro Sepolcro e la difesa del gregge cristiano, per gretta bramosia di ricchezze terrene. Il canto nove del Paradiso si chiude con un’ultima profezia sull’imminente liberazione di Roma e della cristianità dai loro corrotti pastori.

 

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