Con il termine Pax mongolica (Pace mongolica) si definisce il periodo di pace, stabilità e sicurezza lungo le vie carovaniere, come pure di relazioni commerciali e culturali tra Oriente e Occidente, tra il XIII e il XIV secolo, grazie all’unificazione di diverse tribù nomadi sotto il comando del conquistatore mongolo Gengis Khan, fondatore dell’impero mongolo.
I Mongoli resero interamente percorribile e sicura la cosiddetta “Via della Seta“, destinata a cadere in disuso con la fine dell’Impero mongolo.
Quali conseguenze ebbe la Pace mongolica?
Con la pax mongolica i contatti tra Oriente e Occidente aumentarono, dando origine a scambi proficui e duraturi. Protette dalla cosiddetta pace mongolica, le carovane potevano tranquillamente percorrere le piste dell’Asia e trasportare verso Occidente grandi quantità di sete, pietre preziose e altre pregiate merci orientali. Tra il XIII e il XIV secolo (1200 e 1300), le carovane percorsero senza sosta le piste della steppa dell’Asia centrale, in direzione delle basi commerciali sulle coste del Mar Nero.
Fu proprio grazie alla Pace mongolica che il veneziano Marco Polo riuscì a compiere i suoi viaggi, che lo portarono attraverso l’Asia centrale fino alla Cina.
Intorno al 1340, Francesco Balducci Pegolotti, un agente commericale dei Bardi (la più potente compagnia finanziaria del tempo) arrivò a scrivere che l’itinerario dal Mar Nero alla Cina era uno dei più vantaggiosi. Soprattutto, scriveva Pegolotti, quella via era «sicurissima sia di giorno che di notte». Insieme alle merci tuttavia si spostarono anche i batteri. Non a caso la grande epidemia di peste del 1300 (l’epidemia peggiore e più famosa della storia) ebbe origine da una colonia genovese della Crimea, Caffa. Da qui arriva a Costantinopoli, Messina, Marsiglia, l’Europa.
Nel 2015 la Cina ha lanciato un programma per realizzare la Nuova Via della Seta, indicata con l’acronimo OBOR (One Belt One Road), che prevede sia una via terrestre sia una via marittima.