Peleo e Teti sono i genitori di Achille, l’eroe della guerra di Troia e dell’Iliade. Peleo, il padre di Achille, è un mortale, re di Ftia; Teti, la madre di Achille, è la più bella tra le cinquanta Nereidi, le ninfe marine figlie di Nereo, divinità marina, e dell’oceanina Doride.
Achille viene anche identificato con il patronimico Pelìde, essendo figlio del mortale Peleo.
Teti e Peleo – le nozze imposte
Zeus e Poseidone desideravano entrambi la ninfa Teti, ma secondo una profezia il figlio nato da Teti sarebbe stato più forte del padre e allora entrambi rinunciarono a sposarla. Zeus impose a Teti le nozze con Peleo, re di Ftia, in Tessaglia; per quanto nobile, però, Peleo era sempre un mortale e come tale faticò non poco per farsi accettare da lei. Teti possedeva infatti il potere di trasformarsi in una varietà di forme diverse senza fermarsi: in fuoco, acqua, leone, serpente e seppia. Ma il centauro Chirone aveva consigliato Peleo di tenerla stretta e di non lasciarla andare finché non avesse assunto il suo aspetto originale. Peleo seguì il consiglio.
Peleo e Teti – il matrimonio e i figli
Le nozze ebbero luogo sul monte Pelio, di fronte alla grotta del centauro Chirone. Furono organizzati festeggiamenti grandiosi e vennero invitati tutti gli dèi dell’Olimpo, tranne Eris, dea della discordia, che per vendicarsi offrì “alla più bella” tra le dee una mela d’oro.
A dirimere la contesa immediatamente sorta tra Afrodite, Atena ed Era su chi meritasse il pomo fu chiamato il principe troiano Paride, che come ricompensa per aver scelto Afrodite ricevette l’amore della bella Elena, moglie del re greco Menelao. Il rapimento di Elena da parte di Paride causò l’ira dei Greci, che mossero guerra alla città di Troia.
Teti rese immortali i primi sei figli avuti da Peleo, immergendoli nelle acque dello Stige. Peleo, sdegnato, le impedì di fare lo stesso con il settimo figlio nato, Achille, che rimase immortale in tutto tranne che nel tallone (e nella guerra di Troia sarà ucciso da Paride proprio con una freccia che lo colpì al tallone).
Teti e Achille
All’approssimarsi della guerra di Troia, l’indovino Calcante predisse che quella città non sarebbe mai stata conquistata senza la partecipazione di Achille; Teti, allora, già a conoscenza della prematura morte del figlio, lo inviò a Sciro, alla corte del re Licomede. Qui, in abiti femminili, Achille poté agilmente mescolarsi alle figlie del sovrano. L’astuto Odisseo però lo smascherò e lo costrinse a partecipare alla spedizione contro Troia.
Per tutta la durata della guerra, Teti fu al suo fianco. Gli fornì fra l’altro una nuova armatura quando egli decise di riprendere a combattere per vendicare l’uccisione dell’amico Patroclo, al quale Achille aveva ceduto quella datagli dal padre Peleo.
Quando Achille venne ucciso il suo corpo fu bruciato sul rogo e le sue ceneri, mescolate a quelle di Patroclo, vennero riposte in un’urna d’oro fabbricata da Efesto, dono di nozze a Teti. Quest’urna fu sepolta sul promontorio Sigeo che domina l’Ellesponto, e i Greci vi innalzarono sopra un tumulo a cono, mentre Teti guidò l’anima del figlio alla boscosa isola di Leuca, di fronte alle foci del Danubio.
La morte di Peleo marito mortale di Teti e padre di Achille
In seguito, Teti portò il marito Peleo con sé negli abissi, dove avrebbe ottenuto l’immortalità anche per lui. Peleo però l’abbandonò per raggiungere la Terra dei Molossi, dove credeva di rintracciare Neottolemo, il figlio di Achille. Ma Peleo fece naufragio e morì presso l’Eubea.