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Peste di Giustiniano, tra le più devastanti della storia

La peste di Giustiniano nel 541 colpì i territori orientali dell’Impero romano d’Oriente per poi diffondersi in tutto il bacino del Mediterraneo. È così denominata perché si manifestò durante il regno dell’imperatore Giustiniano (527-565). È ricordata come una delle epidemie più gravi e devastanti della storia.

Responsabile della peste di Giustiniano fu un virus, lo Yersinia pestis, che colpi poi l’Europa nel Trecento (la peste nera).

I primi contagi si ebbero nei territori occidentali dell’Egitto; poi il morbo si propagò verso nord fino ad Alessandria. Viaggiò sulle navi mercantili e con le carovane. Infuriò nelle grandi città portuali e nei centri commerciali, dove la gente spesso abitava accalcata in condizioni igieniche poco favorevoli. Ben presto l’epidemia arrivò anche a Costantinopoli, dove colpì senza tregua per quattro mesi tra il 541 e il 542.

Secondo lo storico Procopio di Cesarea, testimone oculare dell’epidemia, la peste decimò metà della popolazione della città, che in quegli anni contava circa un milione di abitanti. Un altro testimone, il vescovo Giovanni da Efeso, parla di circa 16 mila morti al giorno nella sola Costantinopoli.

La vita pubblica si bloccò quasi ovunque; i commerci si fermarono; la gente non usciva di casa per paura del contagio. Le campagne non poterono essere lavorate e i raccolti andarono perduti. Per molti, dopo la malattia ci fu la fame. La peste influenzò anche la guerra greco-gotica (535-553), perché diede agli Ostrogoti la possibilità di rafforzarsi durante la crisi degli avversari.

I medici non avevano alcuna idea di come la malattia si diffondesse e tanto meno di come curarla. I rimedi si riducevano a bagni caldi, per cercare di far uscire dal corpo dei malati gli “umori” considerati “cattivi”.

Il segnale più evidente dell malattia era un rigonfiamento, detto bubbone, all’inguine, sotto le ascelle oppure sulle cosce o dietro le orecchie. Alcuni provarono a inciderlo, senza ottenere alcun risultato. I malati che sopravvivevano diventavano, nella maggior parte dei casi, immuni alla malattia e solitamente non ne venivano più contagiati.

In generale, la popolazione perse fiducia in Giustiniano. L’imperatore stesso contrasse il morbo, si ridusse in fin di vita ma sopravvisse.

Per gli antichi, ma anche per gli uomini del Medioevo, la peste divenne il segno inequivocabile della collera divina.

 

 

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