La teoria delle idee di Platone. Riassunto semplice e dettagliato di filosofia.
Platone sviluppa la teoria delle idee per approfondire il concetto di scienza, ponendolo come un sapere concettuale e assoluto che vada oltre il relativismo sofistico. Le idee di Platone sono entità metafisiche sussistenti alle quali Platone conferisce tutte le caratteristiche dell’essere parmenideo (tranne l’unicità). Le idee risiedono nell’Iperuranio. L’Iperuranio è una regione trascendentale e aspaziale (paragonata all’empireo dantesco o al paradiso cristiano) dove ha origine anche l’anima.
Per Platone le cose appartenenti alla realtà sensibile non sono altro che copie imperfette delle idee, che diventano così i modelli unici e perfetti delle cose molteplici e imperfette di questo mondo. Da queste considerazioni, Platone arriva a sostenere la prospettiva dualistica sia della conoscenza che dell’essere: l’opinione, il grado inferiore della conoscenza, ci porta a una verità imperfetta, avendo come oggetto di studio le cose imperfette della realtà sensibile; la scienza, invece, ci porta alla verità perfetta e immutabile, avendo come oggetto di studio le idee.
Ma qual è il legame che lega le idee con le cose? Le idee sono criterio di giudizio delle cose, ovvero la condizione di pensabilità degli oggetti (ad esempio, diciamo che due cose sono uguali sulla base dell’idea di uguaglianza); ma le idee sono anche le cause delle cose, ovvero i modelli che le cose imitano o di cui le cose partecipano (ad esempio, diciamo che due individui sono uomini, in quanto partecipano entrambi dell’idea di uomo, la quale si pone come causa per cui essi sono uomini, e non donne).
In ultima analisi si vanno così a configurare tre diversi tipi di rapporti idee-cose:
- Mimèsi: per cui le cose imitano le idee
- Metèssi: per cui le cose partecipano, seppure in misura limitata, dell’essenza delle idee
- Parusìa: per cui le idee sono presenti nelle cose
Nella fase della maturità, Platone sviluppa una gerarchia che ordina le idee all’interno dell’Iperuranio:
- le idee-valori, corrispondenti ai supremi principi etici, estetici e politici (il Bene, la Bellezza, la Giustizia, ecc.);
- le idee matematiche, corrispondenti alle entità e ai principi matematici (l’uguale, il quadrato, ecc.);
- le idee di cose naturali, come l’idea dell’uomo;
- le idee di cose artificiali, come l’idea di letto.
Le idee platoniche vanno così a tessere una “trama” di essenze aventi un ordine gerarchico-piramidale, con le idee-valori in cima e l’idea del Bene al vertice, il quale supera tutte le altre per “valore e potenza”, ma non le crea (risulta quindi assente l’associazione del Bene a un dio persona-creatore).
Chiarite tutte le caratteristiche delle idee, Platone deve spiegare la modalità per cui l’uomo riesce ad accedere alla conoscenza di esse. Platone, dunque, ricorre alla dottrina-mito dell’anàmnesi, o della reminiscenza, cioè del ricordo: come già detto in precedenza, l’anima ha origine nell’Iperuranio, dove risiede contemplando le idee fino a quando non si incarna nel nostro corpo. Tale contemplazione si trasferisce in noi come un ricordo sopito il quale riaffiora mano a mano grazie all’esperienza delle cose. Tutto ciò porta a considerare la conoscenza umana una forma di innatismo, essendo la conoscenza basata su idee (o “metri” di giudizio) presenti da sempre nel soggetto conoscente, e non basata sull’esperienza sensibile (empirismo).