I primi ponti romani erano costruiti in legno e corda, poi vennero costruiti in pietra, con possenti piloni costruiti direttamente nelle acque dei fiumi. Alcuni prevedevano una sola arcata, altri due o più arcate.
Chi si occupava della costruzione dei ponti?
La costruzione di ponti era talmente importante che era considerata un’attività sacra alla quale sovrintendeva il Pontifex maximus, il Pontefice massimo (quindi il termine pontefice è collegato alla costruzione di ponti).
Come si costruivano i ponti romani?
Per realizzare i ponti, i Romani costruivano innanzitutto i piloni che dovevano sorreggerli. Se il ponte sorgeva su un fiume, di cui non si poteva deviare temporaneamente la corrente, bisognava lavorare nell’acqua entro compartimenti stagni. Veniva allora fabbricato un cerchio di pali di quercia, appuntiti a un’estremità per farli penetrare nel fondale, che sostenevano una tonda palizzata spalmata di pece in modo da creare una superficie completamente impermeabile. Aspirata l’acqua all’interno, con le pompe di cui i Romani disponevano, si lavorava come su un terreno asciutto.
Per costruire l’arco, si montava una cèntina, ovvero una struttura provvisoria di legno che collegava i due piloni. Sopra la cèntina si allineavano le pietre dell’arco, partendo dalle due estremità fino a raggiungere il centro con la posa della “chiave di volta”: questa pietra centrale mantiene stabile tutto l’arco, il cui peso si scarica sui montanti laterali. Posata la chiave di volta, si toglieva la cèntina e l’arco era terminato. Con questo sistema appreso dagli Etruschi (per un approfondimento leggi Arco a volta inventato dagli Etruschi), furono eretti ponti altissimi a più piani di archi, di gettata molto ampia.
A cosa servivano i ponti romani?
I ponti romani, così come le strade, furono fondamentali per i commerci con le diverse civiltà con cui i Romani entrarono in contatto.
Quale fu il primo ponte di Roma?
Il più antico dei ponti che attraversavano il Tevere è il ponte Sublicio, di cui non resta oggi alcuna traccia. Realizzato in legno e situato a valle dell’Isola Tiberina, la tradizione ne attribuisce la costruzione al quarto re di Roma, Anco Marzio. Ad esso seguì il ponte Emilio, il primo ponte in pietra, forse della metà del III secolo a.C., ma ricostruito nel 179 a.C. I resti del ponte sono ancora visibili nel cosiddetto “Ponte Rotto“.
Ponti romani ancora esistenti
Molti dei ponti romani sono usati ancora oggi. In Italia ricordiamo, per esempio, Ponte Milvio, Ponte Fabricio, il Ponte Sant’Angelo a Roma; Ponte di Tiberio a Rimini; Ponte del Diavolo a Cividale del Friuli. Un altro bellissimo esempio è il Ponte di Gard a Nîmes, in Francia, ancora oggi percorribile, costruito come piano di posa di un acquedotto.
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