Home » Riassunti » Storia » Primo dopoguerra in Italia e avvento del fascismo

Primo dopoguerra in Italia e avvento del fascismo

Il primo dopoguerra in Italia è il periodo compreso tra la fine della prima guerra mondiale e l’avvento del fascismo (1918-1922). In questo periodo l’Italia si trovò in una crisi profonda, lacerata da tensioni sociali, politiche ed economiche. Il generale malcontento di ampi strati della società italiana del primo dopoguerra fu sfruttato da Benito Mussolini.

Qual è la situazione in Italia nel primo dopoguerra?

Il primo dopoguerra in Italia vede un Paese uscito vincitore dalla prima guerra mondiale, ma le condizioni del Paese alla fine del conflitto sono particolarmente gravi:

  • altissimo era stato il costo di vite umane durante il conflitto (più di 600 000 morti);
  • l’Italia doveva pagare i suoi debiti di guerra agli Stati Uniti, ma non aveva né ferro né carbone per fare ripartire l’industria: doveva perciò importarli dall’estero insieme al grano;
  • le merci importate erano però maggiori di quelle esportate, di conseguenza invece che estinguere i suoi debiti, cominciò ad accumularne altri;
  • l’ampliamento del debito pubblico portò a una svalutazione della lira fino al 40% e alla triplicazione del costo della vita (inflazione);
  • alla fortissima inflazione si accompagnò la disoccupazione operaia, dovuta alla difficile riconversione dell’industria bellica;
  • i trattati di pace (1919) lasciavano in sospeso alcune situazioni di confine: all’Italia erano stati concessi l’Alto Adige, il Trentino, la Venezia-Giulia, l’Istria e Trieste. Le erano state negate invece Fiume e Dalmazia. Il Patto di Londra del 1915 non era stato quindi rispettato. Nacque allora il mito della «vittoria mutilata». Furenti i nazionalisti che, guidati da Gabriele D’Annunzio, occuparono Fiume (per un approfondimento leggi D’Annunzio e la questione fiumana);
  • i reduci di guerra, ritornati dal conflitto spesso mutilati (furono 450 000 gli invalidi), incontrarono difficoltà per il reinserimento nella vita civile e nel mondo del lavoro;
  • si acuirono i contrasti sociali, che caratterizzarono il biennio 1919-1920 (noto anche come biennio rosso). Le rivendicazioni riguardarono la riduzione della giornata lavorativa e gli aumenti salariali. Oltre agli operai scioperarono gli addetti ai servizi pubblici e i lavoratori agricoli della Pianura padana, che chiedevano la revisione dei contratti agrari. Al sud i braccianti occuparono le terre incolte e i latifondi.

L’avvento del fascismo nel primo dopoguerra in Italia

Il generale malcontento di ampi strati della società italiana del primo dopoguerra fu sfruttato da Benito Mussolini.

Inizialmente egli si presentò come difensore degli interessi della piccola e media borghesia. Il suo movimento, i Fasci di combattimento, con il sostegno della ricca borghesia agraria e industriale, nel 1921 si trasformò in un vero e proprio partito, il Partito Nazionale Fascista. Nel 1922 con la Marcia su Roma Mussolini ottenne dal re Vittorio Emanuele III l’incarico di formare il nuovo governo.

A partire da questo momento, fu messa in pratica un’azione di propaganda che interessò tutti gli aspetti della vita sociale e si impedì ogni forma di dissenso anche con metodi illegali e violenti (come l’uccisone del deputato socialista Giacomo Matteotti).

Nel 1926 il duce emanò le leggi fascistissime, con le quali abolì il diritto di sciopero, la libertà di espressione e la libertà di stampa. L’indottrinamento del popolo italiano (o processo di fascistizzazione) nel primo dopoguerra procedette soprattutto attraverso i giornali, il cinema e la radio; anche la scuola e l’università furono coinvolte nella diffusione delle nuove ideologie.

In politica interna si inaugurò un programma protezionistico di sviluppo economico che ebbe come scopo il raggiungimento dell’autarchia (autosufficienza economica).

In politica estera fu intrapresa la strada dell’imperialismo e nel 1936 i soldati italiani conquistarono l’Etiopia e Mussolini proclamò l’Impero (per un approfondimento leggi La conquista italiana dell’Etiopia).

Nel 1939 Germania e Italia firmarono il Patto d’Acciaio. Pochi mesi dopo, il 1° settembre 1939, Hitler invase la Polonia. Il 3 settembre Inghilterra e Francia dichiararono guerra alla Germania. Iniziò la Seconda guerra mondiale. L’Italia entrò in guerra l’anno dopo, il 10 giugno 1940.

Ultimi articoli

Giochi

Sullo stesso tema