Nel Proemio del Decameron Boccaccio indica a quale pubblico intende rivolgersi e le finalità dell’opera. Vuoi sapere cosa dice Boccaccio nel Proemio del Decameron? Leggi allora il riassunto proemio Decameron che abbiamo preparato per te.
Proemio Decameron riassunto
Nella prima parte del proemio del Decameron, Boccaccio dice che, avendo sofferto a lungo per un amore nobile e infelice, ha trovato grande conforto nelle parole degli amici. Ora, per gratitudine, vuole a sua volta scrivere qualcosa che serva a consolare e distrarre chi soffre pene d’amore, soprattutto le donne, e in particolare le donne innamorate.
Perché il Decameron è dedicato alle donne?
Boccaccio afferma di voler correggere «il peccato della fortuna», che ha posto le donne in una situazione di sottomissione alla volontà della controparte maschile, offrendo loro con il suo libro un piacevole passatempo. L’intenzione è quindi quella di offrire alle donne un motivo di svago, perché «recluse» nelle loro stanze dai mariti, dai fratelli, dai padri. Gli uomini, se il dolore li affligge, possono comunque godere di qualche sollievo distraendosi fuori dalla propria casa.
Per allietare le donne che sanno accogliere l’amore, l’autore intende presentare cento novelle di contenuto fiabesco e storico, raccontate in dieci giorni da un’onesta brigata di sette donne e tre giovani durante l’epidemia di peste del 1348, che imperversò a Firenze, facendole seguire da alcune canzonette eseguite dalle donne a loro piacere. Il contenuto delle novelle sarà costituito da vicende d’amore felici o infelici e da vivaci avventure, sia moderne sia antiche, divertenti e tragiche, da cui poter attingere motivo di piacere e di utile insegnamento.
Quali finalità si propone Boccaccio nel Decameron Proemio?
L’importanza di questa dedica è duplice. Da un lato, infatti, mette in evidenza, con grande realismo, la condizione della donna nel Medioevo, il ruolo di segregazione in cui era tenuta dalla società; dall’altro lato l’autore sottolinea l’importanza della funzione di intrattenimento che può essere svolta dall’opera letteraria, il cui scopo non è solo quello di educare, ma anche e soprattutto quello di svagare, divertire, far evadere.
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