Proemio Gerusalemme liberata parafrasi e analisi completa della protasi, dell’invocazione e della dedica del poema.
La Gerusalemme liberata si apre, secondo la normale tradizione epica, con il proemio. Il proemio comprende:
- la protasi (ottava 1), cioè l’esposizione dell’argomento del poema;
- l’invocazione alla Musa (ottave 2-3);
- la dedica (ottave 4-5) al duca Alfonso II d’Este, protettore del poeta.
Proemio della Gerusalemme liberata parafrasi
La prima ottava
Racconto in poesia (Canto) delle armi devote (pietose = pie) e del capitano [:Goffredo] che liberò [dai musulmani] il venerabile (gran) sepolcro di Cristo [: Gerusalemme]. Egli fece (oprò) molte cose (Molto) con l’intelligenza (co ‘l senno) e con la forza (la mano), sopportò (soffrì) molte cose nella conquista (acquisto) gloriosa; e inutilmente si armarono le popolazioni diverse (misto) dell’Asia e dell’Africa (di Libia). Il cielo [:Dio] gli concessse (diè = diede) i [suoi] favori, e [egli] radunò (ridusse) i suoi compagni dispersi (erranti) sotto i santi vessilli [dell’esercito cristiano].
La seconda ottava
O Musa, tu che non [ti] circondi la fronte di allori [:trionfi] caduchi [:che non hai una gloria mondana e passeggera] in Elicona¹, ma hai una corona d’oro (aurea) di stelle immortali su nel cielo fra i cori beati, tu ispira ai miei sentimenti (al petto mio) entusiasmi (ardori) religiosi (celesti), tu illumina (rischiara) il mio canto [:la mia poesia], e tu perdona se intreccio (intesso) abbellimenti di fantasia (fregi) alla verità (al ver) [storica], se adorno in parte le carte di piaceri (diletti) diversi (altri) dai tuoi.
La terza ottava
[Tu, Musa], sai che tutti (il mondo) corrono dove l’attraente (lusinghier) Parnaso² [:la poesia] sparga in maggiore quantità (più versi) le (di) sue dolcezze, e [sai] che il vero, [se] arricchito (condito) di versi piacevoli (molli), ha persuaso [perfino] i più restii (schivi) allettandoli. Allo stesso modo (così) porgiamo al fanciullo malato (egro) gli orli della tazza (del vaso) [in cui è la medicina] spalmati (aspersi) di sostanze (licor) dolci (soavi): egli beve intanto succhi [:medicine] amari [essendo] ingannato, e riceve la vita dal suo inganno [:riacquistando la salute].
La quarta ottava
[O] magnanimo Alfonso, che (il qual) sottrai (ritogli) alla violenza (furor) della sorte (fortuna) e guidi in porto [:al sicuro), proteggendomi] me [che sono un] esule (peregrino) vagabondo (errante), agitato fra gli scogli e fra le onde e quasi sommerso (absorto), tu accogli benevolmente (in lieta fronte) queste mie carte [:il poema], che offro (porto) dedicate (sacrate = consacrate) a te quasi in voto. Forse un giorno (dì) avverrà (fia = sarà) che la [mia] penna profetica (presaga) si impegni (osi) a scrivere di te quel che ora accenna [solamente].
La quinta ottava
Se avverrà che mai (unqua) si veda in pace il buon popolo cristiano (di Cristo), e [esso] cerchi con navi e cavalli di ritogliere (ritòr) ai feroci Turchi (al fero Trace) la grande immeritata (ingiusta) preda [:la Terra Santa], è veramente giusto (è ben cagion) che [il popolo cristiano] conceda a te [:Alfonso] il potere (lo scettro) in terra o, se ti fa piacere, il supremo (l’alto) potere (imperio) sui (de’ = dei) mari. [O] imitatore (emulo) di Goffredo [:Alfonso], intanto ascolta i miei versi (i nostri carmi) e preparati (e t’appareccchia) alla guerra (a l’armi)³.
Proemio Gerusalemme liberata analisi
Ricalcando l’incipit dell’Eneide di Virgilio («Arma virumque cano» [Canto le armi e l’uomo]), Tasso segnala l’intenzione di riprendere il modello epico classico, allontanandosi dal modello cavalleresco di Ariosto. Non a caso sparisce nell’esposizione del tema ogni riferimento al tema dell’amore, decisivo nell’Orlando furioso.
Il tema del poema è la prima crociata, anzi la fase conclusiva di essa. La questione del tema chiama in causa il rapporto tra vero e invenzione fantastica. Quest’ultima attrae Tasso. Tuttavia il poeta sente la necessità morale di condannarla in nome dei valori cristiani del vero e del giusto. Ne deriva una subordinazione dell’invenzione al vero e all’utile morale esplicitamente dichiarata nei vv. 6-8 della seconda ottava e nella terza.
L’invocazione alla Musa chiarisce poi l’impianto religioso dell’opera, perché la Musa che il Tasso invoca è una musa celeste (Urania), non pagana, che si identifica con un’intelligenza angelica.
Nella dedica, infine, si incontra una autorappresentazione del poeta in termini di «peregrino errante» (4, 3) perseguitato dalla sventura: immagine che favorirà i mito romantico di Tasso.
¹Elicona: monte della Beozia, consacrato dal mito alle Muse.
²Parnaso: il monte della Focide consacrato secondo il mito ad Apollo e alle arti.
³… e preparati alla guerra: Tasso invita Alfonso II d’Este, dedicatario del poema e protettore del poeta, a guidare una nuova crociata contro i Turchi, e in generale contro gli “infedeli”, che occupavano Gerusalemme e le regioni circostanti un tempo appartenute all’Impero romano d’oriente.