Nel proemio Orlando innamorato, l’autore Matteo Maria Boiardo si rivolge al suo pubblico di corte ed espone il tema dell’opera, sottolineando subito la novità e cioè che il campione cristiano Orlando si è innamorato e ha compiuto grandi imprese militari non per la fede (come accadeva nelle chansons de geste) ma per la sua donna, fatto non noto perché Turpino – asserisce Boiardo – (il leggendario vescovo-guerriero cui si attribuiva l’origine della storia di Orlando) lo aveva tenuto nascosto per non nuocere alla reputazione di Orlando come guerriero della fede.
Signori e cavalieri che siete radunati qui per ascoltare storie nuove e
piacevoli, state attenti e silenziosi e ascoltate la bella storia narrata dal mio
canto; e vedrete le gesta eroiche, le grandi fatiche e le prove straordinarie
che il franco Orlando fece per amore, al tempo in cui Carlo Magno era imperatore.
Non vi sembri strano signori, sentir cantare di Orlando innamorato, perché
anche chi al mondo è il più orgoglioso, è sconfitto da Amore e completamente assoggettato a lui; né un valoroso braccio, né un gran coraggio, né uno scudo o una
corazza, né una spada affilata, né nessun’altra potenza può difendersi e impedire che l’Amore la sconfigga e la vinca.
Questa storia è conosciuta da pochi, perché lo stesso Turpino la tenne
nascosta, credendo forse che ciò che scriveva potesse dispiacere a quel
conte valoroso, dal momento che colui che vinse tutto e tutti fu
sconfitto da Amore: parlo di Orlando, il valoroso cavaliere. Basta con le
parole, veniamo ai fatti.
Il Proemio Orlando innamorato prosegue poi con la presentazione di Gradasso, re indiano che sta marciando verso la Francia con un’armata nel tentativo di impadronirsi della spada di Orlando e del cavallo di Rinaldo.
La vera storia di Turpino narra che in Oriente, oltre l’India, regnava un
grande e nobile re, tanto ricco e dotato di un dominio così potente, e così
fisicamente prestante che disprezzava tutto il mondo: quel sovrano si
chiama Gradasso, e ha un cuore di drago e un corpo da gigante.
E come avviene di solito ai gran signori, che vogliono quello che non possono
avere, e quanto maggiori sono le difficoltà a ottenere la cosa desiderata,
tanto più espongono il loro regno a grandi rischi, e non possono possedere
ciò che vogliono; così quel pagano gagliardo voleva solo Durindana (la spada di Orlando)
e il buon destriero Baiardo (il cavallo di Rinaldo).
Allora fece radunare uomini armati per tutto il suo territorio, poiché sapeva
di non poter acquistare col denaro né la spada né il cavallo; i loro possessori
(Orlando e Rinaldo) erano due mercanti che vendevano le loro merci a caro
prezzo: perciò decide di passare in Francia e conquistarle con la potenza militare.
Scelse cinquantamila cavalieri da tutto il suo popolo; né si preoccupava di
usarli, poiché lui solo si vantava di combattere contro re Carlo e tutti i
guerrieri di fede cristiana; e lui si vanta di vincere e conquistare tutto ciò che è
illuminato dal sole e bagnato dal mare.
Dopo questa anticipazione, Boiardo, l’autore dell’Orlando innamorato, introduce la corte di Carlo Magno a Parigi, dove il re ha radunato tutti i guerrieri cristiani e saraceni, perché partecipino a un torneo cavalleresco indetto in occasione di una tregua proclamata per la Pentecoste.
Ma lasciamo costoro che vanno per mare, infatti sentirete a suo tempo
quando arriveranno; e ritorniamo in Francia da Carlo Magno, che raduna e
conta i suoi nobili baroni; comanda che ogni principe cristiano, ogni duca e
signore si affronti davanti a lui in un torneo che aveva allestito nel mese di
maggio, nella Pasqua rosata (la festa della Pentecoste).
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