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Protestantesimo caratteristiche e principi

Il Protestantesimo nasce nel XVI (sedicesimo) secolo in Germania, in seguito alla predicazione di un frate agostiniano, Martin Lutero (1483-1546).

Il termine protestante risale alla «protesta» delle città e dei principi tedeschi contro la decisione dell’imperatore Carlo V di incarcerare Lutero e di proibire la pubblicazione delle sue 95 Tesi contro la «vendita delle indulgenze».

In pratica, con la vendita delle indulgenze i preti promettevano il perdono dei peccati e la diminuzione della pena in Purgatorio in cambio di denaro.

Il frate Martin Lutero invece era convinto che la Chiesa non potesse liberare le anime dal Purgatorio; per salvare la propria anima bisognava credere in Dio e obbedire alle Sacre Scritture, non ai vescovi e ai preti.

Il papa Leone X lo scomunicò e le sue Tesi, cioè le sue affermazioni, che chiedevano una riforma generale della Chiesa, furono dichiarate «eretiche».

Alcuni principi tedeschi protestarono (da qui il nome di Riforma protestante) e presero le difese di Lutero; si allearono allora contro l’imperatore Carlo V.

Dopo 30 anni di guerra l’imperatore, con la pace di Augusta (1555), diede a ogni principe il diritto di scegliere la religione per il proprio territorio. La Germania settentrionale rimase protestante, quella meridionale rimase cattolica.

La riforma protestante dalla Germania raggiunse Francia, Svizzera, Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Scandinavia e Scozia, spesso con l’appoggio dei re.

In Inghilterra il re Enrico VIII (Enrico ottavo) si distaccò dalla Chiesa cattolica (1543) e si dichiarò capo di una nuova chiesa, la Chiesa Anglicana. Per un approfondimento leggi Enrico VIII e la riforma nel Regno d’Inghilterra.

Grandi predicatori diffusero la religione protestante in altre parti d’Europa: i più importanti furono Ulrico Zwingli e Giovanni Calvino.

Quali sono i principi del protestantesimo?

Il Protestantesimo introdusse nuovi principi etici e critiche severe all’organizzazione della Chiesa di Roma.

Per affermare una fede più sincera e più vicina al messaggio evangelico, il protestantesimo giudicò validi solo i principi teologici e i sacramenti stabiliti dalle Sacre Scritture, rifiutando quelli istituiti dalla Chiesa romana nel corso della sua storia.

La Chiesa protestante, quindi, nega il primato del papa; riconosce solo due sacramenti (Battesimo ed Eucarestia); afferma il sacerdozio universale: cioè tutti i credenti, non solo i sacerdoti (chiamati pastori), sono testimoni del messaggio divino e possono essere interpreti delle Sacre Scritture.

Da questa uguaglianza fondamentale tra laici e sacerdoti deriva, tra l’altro, la possibilità per i pastori protestanti di sposarsi e per le donne di diventare pastori.

Quasi tutte le Chiese protestanti basano la loro struttura sulle comunità locali dei fedeli. I pastori sono eletti dall’assemblea degli anziani (il presbiterio), che gode di ampia autonomia nelle attività di governo delle comunità.

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