Punteggiatura o segni di punteggiatura (o segni di interpunzione) comprende i segni grafici propri della scrittura.
La punteggiatura serve a segnalare le pause e le intonazioni del discorso e a evidenziare i collegamenti tra le diverse parti.
L’uso dei vari segni di punteggiatura esige l’osservanza di alcune semplici regole fondamentali che devono essere rispettate per non sbagliare.
Punto o punto fermo ( . )
- Indica una forte pausa.
- Indica il concludersi di un periodo o di una frase di senso compiuto.
- Dopo il punto fermo ci vuole la lettera maiuscola.
- Il punto si usa anche nelle abbreviazioni e nelle sigle: ecc. (eccetera); G.U. (Gazzetta Ufficiale; d.C. (dopo Cristo); dott. (dottore).
Punto e virgola ( ; )
- Indica una pausa meno intensa del punto.
- È usato per separare proposizioni o periodi collegati tra di loro da una relazione di significato; spesso può essere sostituito dal punto. Es.: Andrea scrisse una lettera a Giulia; subito dopo la rilesse e la strappò in mille pezzi. Oppure: Andrea scrisse una lettera a Giulia. Subito dopo la rilesse e la strappò in mille pezzi.
- Il punto e virgola è spesso utilizzato per separare gli elementi di un elenco.
Punteggiatura: la virgola ( , )
- Indica una breve pausa tra due parole o proposizioni.
La virgola deve essere usata:
- quando si procede all’elencazione di nomi, aggettivi, verbi:
In cucina c’erano due tavoli, tre sedie, un vassoio, quattro bicchieri.
Mario è alto, biondo, elegante.
Il bambino correva, saltava, urtava e rovesciava tutto; - per isolare un vocativo: Ti prego, Mario, perché non rispondi?
- per isolare apposizioni, incisi ecc.:
Roma, capitale d’Italia, è nel Lazio.
Mario, poveretto, non c’entrava proprio.
Annibale, varcate le Alpi, avanzò verso Roma. - per separare due frasi coordinate dichiarative: Fa freddo, la neve copre ogni cosa.
- per separare due frasi, si mette prima delle congiunzioni ma, invece, tuttavia, quindi, sebbene, poiché, ecc. : Luigi entrò, vide Luca, ma non lo salutò.
- dopo gli avverbi sì, no, bene, precisamente, appunto, quando valgono per un’intera proposizione:
No, non è possibile incontrarci stasera.
Sì, sono stato accolto molto cordialmente.
Bene, ne riparleremo in altra occasione.
La virgola non si usa mai:
- fra il soggetto e il predicato verbale o nominale: Marco legge (non Marco, legge);
- tra il predicato verbale e il primo complemento oggetto che lo segue: Marco legge un libro (non Marco legge, un libro);
- fra l’aggettivo e il nome cui si riferisce: I suoi vecchi amici (non I suoi, vecchi amici). Ma se gli aggettivi sono più di uno, sono separati dalla virgola: I suoi vecchi, carissimi, amici;
- davanti alle congiunzioni e, o, né, se legano elementi della stessa specie:
Non voglio né da bere né da mangiare (non Non voglio né da bere, né da mangiare). Presto o tardi sarai ricompensato.
Punto interrogativo ( ? )
Si pone alla fine di una frase e corrisponde a un crescendo nell’intonazione della voce. Si usa per indicare:
- una domanda diretta: Dove vai?;
- dubbio, meraviglia, sorpresa, esortazione:
Ma dici sul serio?;
Via, perché non viene anche tu?
Di solito il punto interrogativo è seguito dalla lettera maiuscola; se si susseguono più domande di fila si può anche usare la lettera minuscola: Dove vai? con chi? quando torni?
Non si usa il punto interrogativo:
- nelle interrogative indirette: Chiese perche era venuto;
- dopo una frase dubitativa: Non so se ha fatto bene.
Punto esclamativo ( ! )
Si pone alla fine di una frase e si usa per:
- indicare emozioni, sentimenti di sorpresa, meraviglia, sdegno, gioia, desiderio, dolore, comando, rimprovero, ironia, ecc.:
Che bella sorpresa!;
Ahi! Non pestarmi i piedi!;
Silenzio!;
Bella figura!;
Fosse vero!; - indicare incredulità, quando è usato insieme al punto interrogativo: Proprio lui ha vinto!?
Dopo il punto esclamativo si usa la lettera maiuscola; se si susseguono più esclamazioni di fila si può usare la lettera minuscola: Accidenti! non è possibile! che guaio!
Due punti ( : )
Vanno adoperati:
- dopo i verbi disse, rispose, ecc., per riferire in forma diretta il discorso di un altro: Il giudice disse: «Imputato, rispondete alle mie domande»;
- prima di un’elencazione: Scrivi l’elenco: una penna, due matite, un quaderno;
- prima di quelle parole che sono adoperate per meglio spiegare ciò che è stato detto in precedenza: Il capitano fece un gesto di disappunto: aveva visto un soldato con l’uniforme in disordine.
Puntini di sospensione ( … )
Sono usati in numero fisso di tre e indicano:
- una sospensione dovuta a dubbio, incertezza, confusione, agitazione, gioia, ironia ecc.: Ecco… dunque… be’, appoggialo sul tavolo;
Sai tra il dire e il fare…; - che la frase è sospesa, incompleta, perché non la si vuole o non la si può completare:
Non dirlo più, se no…;
E questo, secondo te, sarebbe un… tema.
I puntini di sospensione si usano anche tra parentesi tonde (…) o quadre […] per indicare che si sono omesse alcune parole o frasi di un testo citato.
Punteggiatura: le virgolette ( ” ” « » )
Si usano sempre in coppia e servono per:
- racchiudere discorsi diretti, citazioni, titoli, parole e frasi messi in particolare rilievo: Il vigile disse: «Di chi è questo motorino?»;
- segnalare titoli di libri o di altre opere artistiche: Ho letto la poesia di Leopardi intitolata “Il passero solitario”;
- segnalare una particolare sfumatura di significato attribuita a una parola o a un’espressione: Sarebbe questa la tua “riconoscenza”?
Lineette ( − − )
Segnalano:
- nel corso di un dialogo, il distacco tra le varie battute:
L’hai visto? − domandò il capo.
No, non lo vedo da sabato − rispose Marco;
- un inciso: Ho agito − come vedi – in buona fede.
Punteggiatura: il trattino ( – )
Serve:
- per unire due parole: il treno Roma-Napoli;
- per dividere in sillabe: stra-no.
Parentesi tonde ( )
Sono sempre usate in coppia e servono:
- per indicare spiegazioni ulteriori: Non mi diede alcuna spiegazione (e ciò mi ha molto ferita), e se ne andò;
- indicare l’autore di una citazione: Nel mezzo del cammin di nostra vita (Dante);
- per indicare il rimando a una nota a margine o a fine pagina o a fine testo.
Parentesi quadre [ ]
Si usano in coppia e servono per:
- inserire nel testo lettere o parole che non ci sono per precisare, chiarire, commentare ecc.: Il re [Carlo Magno] inviò un’ambasceria al papa;
- indicare che una parte di testo riprodotto è stata omessa. In questo caso le parentesi contengono tre puntini […].
Punteggiatura: l’asterisco ∗
- si pone in alto a fine parola per segnalare una nota di chiarimento;
- tre asterischi sostituiscono un’informazione che l’autore vuole volontariamente omettere: Era essa l’ultima figlia del principe ∗∗∗ gran gentiluomo milanese che poteva contarsi tra i più doviziosi della città (A. Manzoni).
Punteggiatura: la barra obliqua o slash /
Si usa:
- per indicare un’alternativa: alto/basso;
- quando si trascrive un testo di poesia senza andare a capo: Si sta come / d’autunno / sugli alberi / le foglie. (G. Ungaretti).