L’età media nell’antica Roma era di circa 40 anni, sebbene siano numerose le fonti letterarie che tramandano i nomi di “venerabili vecchi” come il centenario Quinto Fabio Massimo o Terenzia, prima moglie di Cicerone, morta a 103 anni.
Anche se è difficile fare stime attendibili, sulla base di iscrizioni sepolcrali e di papiri, possiamo dire che in età imperiale i Romani ultraquarantenni costituivano il 25% della popolazione, mentre oltre un terzo era formato da giovani di età inferiore ai 15 anni. Sembra, infine, che gli ultrasessantenni non raggiungessero il 6% della popolazione.
Case piccole, scarsa igiene e malattie rendevano elevatissima la mortalità infantile e in generale la speranza di vita. Oltre il 40% dei neonati moriva prima di aver compiuto un anno.
Secondo B. W. Frier, studioso della demografia del mondo antico, chi raggiungeva i cinque anni, poteva aspettarsi di sopravvivere fino ai 42; chi aveva raggiunto i 20-25, aveva un’aspettativa di vita fino ai 50 anni.
Naturalmente la condizione sociale faceva la differenza: uomini e donne liberi e ricchi potevano sperare di vivere più e meglio di contadini e plebe urbana.
Gli schiavi mediamente vivevano poco, soprattutto quelli di campagna, per le condizioni di vita estremamente dure.