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Qual rugiada o qual pianto – Torquato Tasso

Qual rugiada o qual pianto madrigale di Torquato Tasso, tratto dalla raccolta Rime. Qui il testo, la parafrasi, il commento e l’analisi del testo.

Torquato Tasso Qual rugiada o qual pianto testo

Qual rugiada o qual pianto
quai lagrime eran quelle
che sparger vidi dal notturno manto
e dal candido volto de le stelle?
E perché seminò la bianca luna
di cristalline stelle un puro nembo
a l’erba fresca in grembo?
Perché nell’aria bruna
s’udian, quasi dolendo, intorno intorno
gir l’aure insino al giorno?
Fur segni forse de la tua partita,
vita della mia vita?

Parafrasi Qual rugiada o qual pianto

vv. 1-4 Quale rugiada o quale pianto, o quali lacrime erano quelle che vidi spargere dalla volta del cielo (dal… manto) notturno e dal candido volto delle stelle?
vv. 5-10 e perché la luna bianca seminò una pura nube (nembo) di gocce (stille) cristalline in grembo all’erba fresca? Perché nell’aria notturna (bruna) si udivano le brezze (aure), simili a lamenti (quasi dolendo), scorrere (gir) tutt’intorno (intorno intorno) fino (insino) al sorgere del giorno?
vv. 11-12 forse erano (fur) presagi (segni) della tua partenza (partita), o vita della mia vita?

Qual rugiada o qual pianto Commento

Il tema del madrigale è il dolore lamentato dal poeta per la separazione dalla donna amata e tutta la natura partecipa alla tristezza che assale il poeta.

La natura viene quindi dal poeta umanizzata: la rugiada che cade dal cielo durante la notte è come il pianto del cielo che partecipa alla sua tristezza; le gocce di rugiada che scendono dall’alto sono una pura pioggia di stelle che, illuminate dalla luce della luna, brillano cristalline.
Nell’aria notturna si sente soffiare la brezza, simile a una voce addolorata che vaga nei dintorni.

Tutti questi segni costituiscono tristi e malinconici presentimenti della partenza della donna amata.

Qual rugiada o qual pianto Analisi del testo

In questo madrigale di Torquato Tasso gli strumenti metrici e retorici sono ampiamente impiegati allo scopo di provocare una musicalità dolce e malinconica e una forte suggestione emotiva.

Le rime sono disposte per ben tre volte in posizione baciata e collegano sempre la coppia endecasillabo-settenario (vv. 1-3; 6-7; 9-10; 11-12) in modo che il loro effetto sia più percepibile (nell’ultimo verso, il gioco della rima baciata è arricchito dalla rima interna «vita de la mia vita?», v. 12).

Vi è un frequente ricorso all’enjambement (vv. 2-3, 8-9, 9-10), che determina un rallentamento del ritmo e una spezzatura della sintassi.

Frequenti sono le coppie aggettivo-sostantivo e sostantivo-aggettivo, nonché la ripetizioni di alcune parole (ad esempio «qual… qual… quai»)  che accrescono l’effetto di musicalità.

Le opposizioni «notturno manto»/«candido volto», «bianco luna»/«aria bruna» esprimono un raffinato gioco coloristico di chiaroscuri.

Il testo è arricchito da molte sensazioni fisiche che si intrecciano: il pianto delle stelle e della luna (sensazioni visive), la freschezza dell’erba (sensazioni tattili), il lamento delle brezze (sensazioni uditive).

Infine notiamo che il testo è costituito da quattro frasi interrogative di lunghezza decrescente (quattro versi la prima, tre versi la seconda e la terza, due versi la quarta). La ripetizione della frase interrogativa si affievolisce gradualmente fino quasi a ridursi a un sussurro, dando al testo un ritmo musicale cullante e malinconico.

 

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