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Quando nascono le macchine da guerra?

Macchine da guerra in età ellenistica

L’età ellenistica, che si estende convenzionalmente dalla morte di Alessandro Magno (323 a.C.) alla battaglia di Azio del 31 a.C, vide imponenti realizzazioni tecniche in ambito urbanistico (ampie città, templi grandiosi, complesse attrezzature portuali); nell’approvvigionamento idrico delle città (cisterne e acquedotti); nell’irrigazione, nello scavo di gallerie, nella costruzione di macchine da guerra.

L’incessante competizione tra i vari regni ellenistici e le grandi risorse di cui essi disponevano furono infatti un vigoroso impulso all’invenzione di nuovi armamenti. Scienziati, ingegneri e tecnici venivano attirati presso le corti dei sovrani, dove ottenevano finanziamenti e prestigio in cambio delle loro invenzioni.

I Greci dell’età arcaica e classica non avevano brillato in questo settore. I mezzi a disposizione delle poleis, infatti, non consentivano di affrontare le ingenti spese necessarie alla costruzione e alla manutenzione delle macchine da guerra. Non era un caso che solo le poleis più potenti, Atene e Sparta, si fossero impegnate in assedi di una certa entità. I monarchi dell’età ellenistica disponevano invece delle risorse adeguate.

La catapulta

Tra le macchine da guerra, la più diffusa era la catapulta, inventata nel 400 a.C. circa dagli ingegneri del tiranno di Siracusa, Dionisio I, e successivamente perfezionata.

Quando nascono le macchine da guerra
Primi modelli di catapulta

La catapulta serviva a lanciare pietre e frecce sfruttando la reazione di fibre elastiche come nervi animali, crini di cavallo e persino capelli femminili. Fasci di queste fibre agganciati a una piattaforma di lancio ben solida e ancorata, e messi in torsione con il braccio di una leva, erano in grado di scagliare grosse frecce a una distanza di 350 metri, e una pietra di 13 kg fino a 200/300 metri.
I progressi tecnici dipendevano anche dalle scoperte teoriche. Nella prima metà del III secolo a.C., gli ingegneri di Alessandria scoprirono la formula fissa della calibratura, che consentiva di calcolare il diametro e l’altezza della molla di torsione in rapporto al peso e alla gittata dei proiettili. Questa scoperta permise di standardizzare la produzione riducendo i tempi ed evitando lo spreco di materiali costosi.

La diffusione delle catapulte trasformò anche la guerra navale, che da questo momento fece un largo impiego dell’artiglieria, e l’arte delle fortificazioni, che fu costretta ad adeguarsi elaborando nuove tecniche edilizie e nuovi tracciati per le mura.

Gli arieti e le torre mobili

Furono costruiti anche arieti giganteschi, adatti a sfondare porte e mura

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Un modello di ariete

e torri mobili, montate su ruote, dove venivano sistemate catapulte per il tiro ravvicinato.

Quando nascono le macchine da guerra
Modello di torre mobile

Tra le torri, rimase celebre la temibile helepolis («prendicittà»), impiegata dal re di Macedonia Demetrio detto Poliorcete («Assediatore») nell’assedio di Rodi del 305-304 a.C. Si trattava di un enorme edificio mobile, alto 40 metri, diviso in nove piani e montato su una piattaforma di circa 20 metri di lato: per farla funzionare occorrevano 3400 uomini.

Le macchine da guerra presso i Romani e in età medievale

Le macchine da guerra inventate in età ellenistica furono adottate, senza importanti modifiche, dai Romani. Esse costituirono inoltre il modello fondamentale di tutte le macchine da guerra dell’età medievale e moderna, fino all’invenzione della polvere da sparo.

 

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