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Ravenna capitale: dall’Impero romano alla dominazione bizantina

Ravenna capitale, tra il V e il VII secolo, dell’Italia prima romana, poi ostrogota e infine bizantina.

Storia di Ravenna

La fondazione della città

La fondazione di Ravenna risale al V secolo a.C. quando popolazioni umbre incalzate dai Galli (le tribù celtiche che avevano fondato Milano e che stavano dilagando nell’Italia centrale) si rifugiarono su una serie di isolette che affioravano dalle paludi. Nascosta in mezzo a pianure acquitrinose, circondata dai rami del Po e collegata con la terraferma da una strada rialzata, Ravenna era infatti praticamente inespugnabile.

Ravenna capitale Impero romano d’Occidente

Nell’89 a.C. Ravenna divenne città federata di Roma. Nel 27 a.C., per volere dell’imperatore Augusto, iniziarono i lavori per la costruzione della città e del porto di Classe, destinato a ospitare la metà della flotta (in latino classis) romana, quella destinata alle spedizioni in Oriente (Capo Miseno, vicino a Napoli, ospitava l’altra metà, quella destinata alle spedizioni verso Occidente).

Nel III secolo d.C., a causa della crisi dell’Impero, Ravenna decadde a semplice città di provincia.

La città di Ravenna divenne poi capitale dell’Impero romano d’Occidente nel 402, quando l’imperatore Onorio lasciò Milano e vi si trasferì ritenendola più sicura. Le sue paludi la rendevano infatti imprendibile; il Po assicurava le comunicazioni; il porto di Classe, a pochi chilometri dal centro, assicurava in caso di emergenza di poter salire su una nave e fuggire in Oriente. La città divenne così centro del potere politico fino alla caduta dell’Impero di Roma (476).

A questo periodo (V secolo a.C.) risalgono diversi edifici religiosi, come la Chiesa di San Giovanni Evangelista e il Mausoleo di Galla Placidia, entrambi voluti da Galla Placidia, sorella dell’imperatore Onorio e madre dell’imperatore Valentiniano III, la quale resse l’impero fino al 437 a causa della minore età del figlio. C’è poi il Battistero Neoniano, detto anche Battistero degli Ortodossi.

Ravenna capitale del Regno degli Ostrogoti

Nel 476 il generale barbaro Odoacre depose Romolo Augustolo e inviò le insegne imperiali a Costantinopoli. In quel momento, secondo la tradizione, ebbe termine l’Impero romano d’Occidente (per un approfondimento leggi Caduta dell’Impero romano: avvenimenti e cause).

Nel 493 Odoacre morì assassinato per volontà di Teodorico re degli Ostrogoti. Dal 493 al 526 Ravenna è dunque capitale del regno dell’ostrogoto Teodorico, seguace dell’eresia ariana e ammiratore della cultura classica, da lui conosciuta alla corte di Costantinopoli, dove era stato trattenuto come ostaggio in gioventù.

Teodorico diede inizio a un vasto piano edilizio. Fece edificare il palazzo imperiale¹, la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, la Chiesa dello Spirito Santo, il Battistero degli Ariani. Fece costruire, inoltre, il Mausoleo destinato a custodire le sue spoglie.

Ravenna bizantina

Pochi anni dopo la morte di Teodorico (526), l’imperatore d’Oriente Giustiniano (527-565) intraprese una guerra (la Guerra greco-gotica), riconquistò Ravenna e ne fece la capitale dell’Esarcato, cioè dei possedimenti bizantini in Italia amministrati dal governatore chiamato esarca.

Giustiniano, allo scopo di esaltare le sue conquiste, riempì la città di monumenti favolosi, creando le basiliche di San Vitale e di Sant’Apollinare in Classe. Sculture, avori, reliquari, colonne e capitelli furono commissionati alle raffinatissime botteghe di Costantinopoli. Tra le più alte realizzazioni degli artisti di Giustiniano vi sono Giustiniano e la sua corte e Teodora e il suo seguito, due capolavori assoluti dell’arte del mosaico. Eseguiti nel VI secolo e collocati l’uno di fronte all’altro nella chiesa di San Vitale a Ravenna.

Caduta dell’Esarcato di Ravenna

Nel VII secolo la potenza dei Bizantini cominciò progressivamente a declinare e quando i Longobardi cominicarono a occupare l’Italia, gli esarchi non riuscirono più a difenderla. Nel 754, poi, i Longobardi riuscirono a conquistare anche Ravenna.

Il papa si rivolse allora ai Franchi. Nel 756, il re dei Franchi Pipino il Breve, padre di Carlo Magno, obbligò i Longobardi a donare Ravenna e tutti gli ex territori bizantini al papa Adriano I. Essi obbedirono, ma poi li occuparono nuovamente, minacciando di impadronirsi anche di Roma.

Dopo poco Pipino morì e fu Carlo Magno a correre in soccorso del papa. Abbattuto il Regno longobardo, i territori tornarono al pontefice e dopo di allora, per 1100 anni, Ravenna fece parte quasi ininterrottamente dello Stato della Chiesa.

¹Il palazzo imperiale di Teodorico Scavi condotti a Ravenna all’inizio del XX secolo hanno rilevato che alle spalle di S. Apollinare Nuovo esisteva un monumentale complesso residenziale, riccamente decorato con mosaici, stesi sia sui pavimenti sia sulle pareti, che consentono di datare la costruzione all’età di Teodorico. Un’orazione di Cassiodoro, funzionario di Teodorico, ne magnifica la profusione di marmi, gemme, mosaici, pitture.

 

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