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Regno del Sud: l’Italia dopo l’8 settembre 1943

Il Regno del Sud nasce all’indomani dell’armistizio di Cassibile con gli Alleati (3 settembre 1943). A soli 80 dall’Unità d’Italia, l’Italia era nuovamente divisa: a sud c’era il Regno del Sud, controllato dagli Anglo-Americani, e al centro-nord c’era la Repubblica Sociale Italiana, guidata da Mussolini, ma di fatto nelle mani dei tedeschi, chiamata anche Repubblica di Salò, dal nome della cittadina in cui aveva sede. Cominciava anche la Resistenza e la lotta partigiana, che si concluse il 25 aprile 1945 con la Liberazione dell’Italia.

Il governo Badoglio 1943 e la firma dell’armistizio con gli Alleati

Dopo le forzate dimissioni da capo del governo e l’arresto di Benito Mussolini (25 luglio 1943) a Roma, nella Villa Ada (la residenza estiva dei Savoia), il re Vittorio Emanuele III affida il governo al maresciallo d’Italia Pietro Badoglio.

Il Paese pensa che la guerra sia finita, ma Badoglio si affretta a dichiarare che essa continua per rassicurare l’alleato tedesco, che però non si fida più degli italiani. Infatti il 3 settembre 1943 l’Italia firma a Cassibile (una frazione di Siracusa, in Sicilia) l’armistizio con gli Alleati, reso poi noto alcuni giorni dopo, l’8 settembre.

La fuga del re Vittorio Emanuele III

Nella notte tra l’8 e il 9 settembre 1943, il re Vittorio Emanuele III insieme alla regina Elena, al figlio ereditario Umberto, al maresciallo d’Italia Pietro Badoglio e lo Stato maggiore al completo fugge da Roma per sfuggire ai tedeschi, diretto a Brindisi, già in mano agli Alleati, e lascia l’esercito senza ordini. Molti soldati tornano alle famiglie e alla vita civile; altri restano fedeli la re (che intanto è fuggito), altri al fascismo, altri si uniscono alle formazioni partigiane.

Nascono le due Italie: il Regno del Sud e la Repubblica di Salò

I tedeschi prendono il controllo dell’Italia settentrionale e centrale fino a Roma. Prendono possesso di aeroporti, stazioni ferroviarie e caserme. Chi accetta di continuare a combattere al fianco dei tedeschi conserva le armi; chi rifiuta è considerato prigioniero di guerra e internato nei campi di concentramento; chi si oppone è massacrato, come accade a Cefalonia (leggi Eccidio di Cefalonia, settembre 1943).

Il 12 settembre (1943) Hitler fa liberare Mussolini detenuto nell’albergo di Campo Imperatore sul Gran Sasso e lo mette a capo della Repubblica Sociale Italiana a Salò (23 settembre), che si estende a tutto il Nord Italia fatta eccezione per le “zone di operazioni” (le province di Bolzano, Trento e Belluno e di Udine, Gorizia e Trieste, Fiume e Pola) sotto diretto controllo tedesco.

Il Regno del Sud comprende la Puglia (esclusa la provincia di Foggia dove ci sono i grandi aeroporti militari) e la Sardegna. L’Italia meridionale e la Sicilia sono occupate dagli eserciti angloamericani e sottoposte a un Governo militare alleato (AMGOT).

Il Regno del Sud dichiara guerra alla Germania

Il 13 ottobre 1943 il Regno del Sud dichiara ufficialmente guerra alla Germania nazista, con lo status di “nazione cobelligerante”, vale a dire che gli Alleati (inglesi e americani) accettavano l’aiuto dei soldati italiani nella lotta al nazifascismo, ma si ritenevano liberi di decidere da soli il futuro dell’Italia al termine delle ostilità.

Il Regno del Sud cessa di esistere

Il Regno del Sud, nato dopo l’8 settembre 1943, termina con la liberazione di Roma (4 giugno 1944). Il re Vittorio Emanule III torna a Roma e affida al figlio Umberto la luogotenenza del regno, cioè l’esercizio effettivo della sovranità.

Dopo la Liberazione, in vista del referendum popolare per la scelta tra monarchia e repubblica, consapevole della propria impopolarità, Vittorio Emanuele III abdica a favore del figlio Umberto II (9 maggio 1946), nel vano tentativo di salvare la monarchia. In seguito alla vittoria della repubblica (2 giugno 1946) andò in esilio ad Alessandria d’Egitto, dove morì l’anno successivo.

 

 

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