La Regola francescana, approvata da papa Onorio III il 20 novembre 1223, comprende le norme di vita dei Frati francescani, che consistono nell’osservare il Vangelo vivendo in obbedienza, in castità e senza nulla di proprio.
Quali sono i tre momenti dell’approvazione della Regola di san Francesco?
Già nel 1209 Francesco di Assisi aveva steso la Protoregola, cioè una breve Regola, andata perduta, per se stesso e per i suoi primi undici compagni (tra questi, ricordiamo i più noti: Bernardo di Quintavalle, Pietro Cattani, Egidio di Assisi, Silvestro di Assisi, Rufino di Assisi, Angelo Tancredi da Rieti, Elia da Cortona). Si trattava di un insieme di semplici norme di vita basate sulla povertà, sull’umiltà, sulla fratellanza. Alla base della Protoregola c’era il desiderio di Francesco del ritorno alla originaria purezza evangelica rimanendo però all’interno della Chiesa (ed è in ciò che il movimento francescano si differenziava dai numerosi movimenti ereticali del tempo).
La Protoregola fu approvata oralmente da papa Innocenzo III nel 1209. Nasceva così ufficialmente l’Ordine dei Frati Minori (cioè l’Ordine dei Frati francescani, detti anche Minori in segno di umiltà), che entrava a far parte del clero.
Alla Protoregola seguì la Regola non bollata, cioè non legittimata da alcun riconoscimento ufficiale, approvata nel 1221 dal Capitolo dei Frati Minori (cioè dall’assemblea dei Frati Francescani). La Regola francescana “non bollata” venne successivamente discussa e modificata, perché ritenuta troppo dura e confusa, non adatta alla vita dell’Ordine, e poi presentata a papa Onorio III, che l’approvò ufficialmente, con la bolla Solet annuere, il 20 novembre 1223: è questa la cosiddetta “Regola bollata“, quella definitiva, custodita ed esposta nella Basilica di san Francesco in Assisi.
Nella Regola bollata si ribadiva la povertà, il lavoro manuale, la predicazione, la missione tra gli infedeli e l’equilibrio tra azione e contemplazione; si permetteva ai Frati francescani di avere delle Case di formazione per i novizi, si attenuò un poco il concetto di divieto della proprietà.