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Rivolta del ghetto di Varsavia contro i nazisti

La rivolta del ghetto di Varsavia fu un’insurrezione ebraica nel ghetto della città, capitale della Polonia, contro i nazisti, durante la seconda guerra mondiale. Scoppiò il 19 aprile 1943 e terminò il 16 maggio 1943. Nonostante si sia conclusa con l’uccisione o la deportazione della quasi totalità dei suoi abitanti, ha rappresentato uno dei maggiori esempi di resistenza degli ebrei alla politica di annientamento nazista.

Che cos’era il ghetto di Varsavia?

Il ghetto di Varsavia era un quartiere della città, capitale della Polonia, circondato per tutto il suo perimetro da un muro alto tre metri e da filo spinato. Lo crearono i nazisti nel 1940 e vi ammassarono circa 380 000 ebrei. L’area del ghetto era piccola e il sovraffollamento era spaventoso, in tanti morivano di fame, malattie e stenti.

Perché scoppiò la rivolta del ghetto di Varsavia?

Per i dirigenti nazisti e, in particolare, per Heinrich Himmler (comandante delle SS e responsabile della “soluzione finale della questione ebraica“) la situazione del ghetto andava risolta definitivamente, eliminandone la popolazione.

A partire dall’estate del 1942, i tedeschi iniziarono quindi a svolgere le operazioni di deportazione verso il centro di sterminio di Treblinka, a 80 km a nord-ovest di Varsavia. All’inizio delle deportazioni, si pensava e si sperava che gli ebrei venissero spediti in campi di lavoro e non verso la morte, ma poi, alla fine del 1942 fu chiaro che le deportazioni erano indirizzate ai campi di sterminio. Il movimento ebraico di resistenza clandestino decise allora di organizzare una resistenza armata, pur sapendo di non avere nessuna possibilità di successo: non decisero di lottare per sopravvivere, ma per dimostrare di non essere morti invano.

Cercarono alleanze e collaborazioni con i militanti antinazisti polacchi, gli unici in grado di contrabbandare armi all’interno del ghetto. E così tra il 19 aprile e il 16 maggio 1943 all’interno del ghetto di Varsavia divampò la rivolta.

La rivolta del ghetto di Varsavia

Il 19 aprile 1943 i nazisti attaccarono il ghetto con carri armati, veicoli corazzati e lanciafiamme. Gli ebrei li affrontarono armati di pistole, fucili, qualche mitragliatrice e bottiglie di benzina. Nonostante ciò e malgrado la schiacciante superiorità tedesca, gli insorti misero in serie difficoltà i tedeschi e i feroci scontri durarono 28 giorni, fino all’esaurimento di tutte le munizioni.

I nazisti stroncarono la rivolta il 16 maggio 1943. Tutto ciò che rimaneva del ghetto fu bruciato. Alcuni dei capi della Resistenza decisero di togliersi la vita anziché essere catturati, torturati e uccisi. Tra i superstiti, 7000 furono fucilati e gli altri deportati e uccisi nelle camere a gas di Treblinka.

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