La Rivoluzione francese riassunto su eventi, date, personaggi, dalla convocazione dell’Assembela dei Notabili (1787) al colpo di Stato di Napoleone Bonaparte (1799).
Rivoluzione francese: anni 1787-1792
Nel febbraio 1787 il Controllore delle finanze Charles Alexandre de Calonne convoca l’Assemblea dei Notabili e propone l’estensione del carico fiscale alle proprietà ecclesiastiche e nobiliari, fino ad allora esenti da imposte.
L’Assemblea dei Notabili e il Parlamento nobiliare di Parigi vi si oppongono, attribuendo il diritto alla decisione agli Stati Generali del Regno. Gli Stati Generali sono la tradizionale assemblea rappresentativa dei tre ordini: clero, nobili e terzo stato in cui erano divisi i sudditi francesi, non più riunita dal 1614.
Calonne è destituito e sostituito da Loménie de Brienne.
L’8 agosto 1788, Loménie de Brienne annuncia la decisione di convocare gli Stati Generali per il 1° maggio 1789. Il 24 agosto 1788 si dimette.
Intanto, alla totale assenza di denaro nelle casse dello Stato, si è aggiunta una crescente tensione sociale dovuta alla carestia che ha colpito l’agricoltura francese nel 1788. La carica di Controllore delle finanze è ora ricoperta da Jacques Necker (padre di Madame de Staël).
Necker non si limita a confermare la convocazione degli Stati Generali ma vuole favorire il terzo stato per sottrarre l’assemblea al dominio dell’aristocrazia e del clero. Chiede perciò sia il raddoppio dei deputati del terzo stato sia la clausola del voto per testa (pro capite), limitatamente alle questioni finanziarie.
Il 27 dicembre 1788 il re Luigi XVI acconsente alla prima richiesta, ma non alla seconda. Il voto per stato, infatti, avrebbe assicurato all’aristocrazia e al clero, dotati peraltro di diritto di veto, il controllo di ogni decisione assembleare, mentre il voto per testa avrebbe spostato l’ago della bilancia verso il terzo stato numericamente superiore agli altri due uniti.
Si creano così le premesse per una nuova crisi politica, che scoppia il 5 maggio 1789 quando gli Stati Generali si riuniscono a Versailles.
Subito si incagliano sulla questione del voto pro capite (per testa) reclamato dal terzo stato per evitare di trovarsi sempre in minoranza. Non ricevendo risposta e stanchi di aspettare, i deputati del terzo stato si proclamano Assemblea Nazionale (17 giugno 1789) e giurano di non sciogliersi prima di aver dato alla Francia una costituzione parlamentare (giuramento della Pallacorda, 20 giugno 1789). A questo scopo, il 9 luglio si proclamano Assemblea Nazionale Costituente.
Il gesto rivoluzionario dei deputati del terzo stato spaventa il re. Questi da un lato si mostra rispettoso della nuova situazione e ordina ai nobili e al clero di riconoscere l’Assemblea Nazionale Costituente prendendo parte alle sue decisioni, dall’altro però licenzia Necker, ministro ben visto dal popolo; richiama inoltre a Versailles 2000 soldati dimostrando di essere pronto a scioglierla con la forza. Ciò fa esplodere la collera del popolo, che il 14 luglio 1789 assalta la Bastiglia, simbolo dell’assolutismo monarchico (per un approfondimento leggi La presa della Bastiglia – 14 luglio 1789).
Subito dopo, i membri dell’Assemblea Nazionale Costituente formano una milizia cittadina volontaria, la Guardia nazionale. Essa ha il compito di difendere l’Assemblea dai soldati del re ma, contemporaneamente, di tenere a bada i popolani parigini. La Guardia nazionale è comandata dal marchese La Fayette, un aristocratico illuminato molto popolare in Francia per aver partecipato come volontario alla Rivoluzione americana.
Da qui in poi le manifestazioni violente diventano quasi quotidiane e spingono un numero crescente di aristocratici e prelati a fuggire dalla Francia diretti in Belgio, Germania, Svizzera.
Il “complotto aristocratico” e la Grande Paura
Il popolo comincia allora a parlare di un “complotto aristocratico“, fomentato soprattutto dalla regina, per far rientrare questi traditori alla testa di eserciti stranieri con l’intento di marciare su Parigi e devastare l’intera Francia. Tra il 20 luglio e il 6 agosto 1789 (gli storici chiamano questo periodo la Grande Paura) centinaia di migliaia di contadini si lanciano contro questi nemici-fantasma. Non trovando nessuno, assaltano monasteri e castelli; uccidono preti e aristocratici; bruciano i documenti di proprietà che permettono ai signori di esigere affitti e corvées.
Sotto la spinta di questi eventi, nella notte del 4 agosto 1789 l’Assemblea Nazionale Costituente decide di abolire l’intero sistema feudale (corvées, privilegi fiscali, servitù personali e tutte le decime ecclesiastiche).
Il 26 agosto 1789 l’Assemblea Nazionale Costituente stende la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, che si ispira alla Dichiarazione d’Indipendenza americana.
Il decreto sull’abolizione del sistema feudale e la Dichiarazione dei diritti dell’uomo non possono però diventare legge senza la firma del re, ma Luigi XVI si rifiuta di firmarli.
La marcia su Versailles
Il 5 ottobre 1789 un corteo di popolane parigine marcia allora fino a Versailles. Impongono al re di firmare gli atti dell’Assemblea e di trasferirsi con moglie e figli a Parigi (per un approfondimento leggi 5 ottobre 1789. La marcia su Versailles).
La confisca e la vendita dei beni ecclesiastici e la riforma religiosa
Il 2 novembre 1789 l’Assemblea Nazionale Costituente decide di rifornire le casse dello Stato attraverso la confisca e la vendita dei beni ecclesiastici.
Il 12 luglio 1790 segue la riforma religiosa, cioè la Costituzione civile del clero. Con essa tutte le cariche, da vescovo a parroco, sono rese elettive e stipendiate dallo Stato; allo Stato però va reso un giuramento di fedeltà.
Il 10 marzo 1791 papa Pio VI reagisce, condannando sia la confisca sia la Costituzione civile del clero. Si crea quindi una spaccatura tra i preti “costituzionali” e “refrattari” al giuramento.
Luigi XVI fugge a Varennes
L’instabile equilibrio si rompe quando Luigi XVI, contrario allo smantellamento dell’Ancien Régime, il 21 giugno 1791 si lascia convincere ad abbandonare, travestito da domestico, la Francia con tutta la famiglia.
A Varennes sono però riconosciuti e riportati a Parigi (per un approfondimento leggi Luigi XVI fugge a Varennes).
Il re è sospeso dalle sue funzioni e si reclama l’instaurazione della repubblica. Cominciano a sostenerla i sanculotti guidati dal club dei Cordiglieri (ordine religioso francescano) di Marat e Danton; la respingono i moderati guidati dal club dei Foglianti nato proprio in quei giorni con lo scopo di salvare il re.
La Rivoluzione francese: Strage del Campo di Marte
Il 17 luglio 1791 il marchese La Fayette ordina alla Guardia Nazionale di sparare sui sanculotti riuniti nel Campo di Marte per promuovere la sottoscrizione di una petizione repubblicana da inviare all’Assemblea Nazionale Costituente. I sanculotti sono disarmati, ne vengono uccisi una cinquantina. Questo episodio, passato alla Storia come «strage del Campo di Marte», contribuisce ad accendere ulteriormente gli animi e a conquistare alla causa repubblicana nuovi adepti, tra cui i membri del club dei giacobini, sotto l’influenza di Robespierre.
La dichiarazione di Pillnitz
Nuove voci contro la monarchia si levano dopo la «dichiarazione di Pillnitz» (27 agosto 1791) con la quale, per esaudire le richieste dei nobili che hanno preso la via dell’esilio, Leopoldo II d’Asburgo e Federico Guglielmo II di Prussia invitano gli Stati europei a intervenire contro la Francia.
Verso la Rivoluzione francese: la Francia diventa una monarchia costituzionale
Con il voto del 4 settembre 1791, l’Assemblea Nazionale Costituente approva la costituzione, alla quale il re presta giuramento il 13 settembre 1791. La Francia è ora una monarchia costituzionale. Il sovrano ora, che ha assunto il titolo di «re dei francesi», detiene il potere esecutivo e il diritto di veto, mentre il potere legislativo spetta a un’assemblea eletta a suffragio universale ristretto in base al censo. Questa assemblea è chiamata Assemblea nazionale legislativa e sostituisce l’Assemble Nazionale Costituente.
L’assemblea nazionale legislativa è costituita da:
- i foglianti (monarchici);
- i moderati della Pianura sbeffeggiati come il partito degli “indecisi”;
- i republicani della Montagna formata dai cordiglieri di Marat e Danton, dal club dei girondini e dai giacobini di Robespierre.
Dopo un iniziale predominio dei foglianti, il potere passa ai girondini. Questi pensano di risolvere la confusa situazione politica e finanziaria convergendo tutte le forze della nazione in una guerra contro le monarchie assolute d’Europa. Così il 20 aprile 1792 la Francia dichiara guerra a Francesco II d’Asburgo (succeduto nello stesso mese a Leopoldo II), cui si unisce Federico Guglielmo II di Prussia.
Rivoluzione francese: anni 1792-1794
La dichiarazione di guerra fa esplodere un’ondata di patriottismo che per qualche mese fa dimenticare la fame e la miseria.
L’Assemblea nazionale legislativa proclama la “Patria in pericolo” e da tutta la Francia affluiscono a Parigi schiere di volontari.
Ma il patriottismo non basta: dopo qualche battaglia, il duca di Brunswick, comandante generale delle armate prussiana e austriaca, varca il confine e penetra in territorio francese. In agosto, quando è ormai a pochi chilometri dalla capitale, fa pervenire ai parigini un manifesto, in cui minaccia un massacro se solo osano torcere un capello al re e alla regina.
Per tutta risposta la folla inferocita assalta le Tuileries e procede al trasferimento della famiglia reale in prigione (12-13 agosto 1792). Subito dopo viene creato il Tribunale rivoluzionario, viene sciolta l’Assemblea nazionale legislativa ed eletta una nuova assemblea, la Convenzione nazionale, che dichiara decaduta la monarchia (21 settembre) e proclama la Repubblica (22 settembre 1792).
In quegli stessi giorni di settembre, i volontari ottengono una vittoria a Valmy sui Prussiani. Poi, sull’onda di quel successo, l’armata francese occupa la Savoia e il Belgio e comincia a preparare l’invasione dell’Olanda. Il 4 dicembre 1792 inizia il processo contro Luigi XVI, condannato a morte e giustiziato il 21 gennaio 1793.
In conseguenza di ciò e dell’espansionismo francese, contro la Francia si costituisce la Prima coalizione (1° febbraio 1793) formata da Austria, Prussia, Inghilterra, Spagna, Olanda e da tutti gli Stati italiani.
L’esercito francese ricomincia a perdere una battaglia dopo l’altra e a ritirarsi da tutti i territori occupati, mentre le truppe della coalizione invadono di nuovo la Francia.
Poiché i volontari non bastano più, la Convenzione nazionale indice una leva obbligatoira che impone il reclutamento anche tra i contadini. In Vandea esplode la protesta contro la leva. I vandeani uccidono i sanculotti incaricati del reclutamento. Poi, assistiti dalla flotta inglese, pronta a invadere la Francia, dilagano in diverse regioni, sollevano i contadini e invocano il ritorno della monarchia assoluta e la restituzione dei beni al clero. La rivolta si è trasformata ora in guerra civile.
Occorrono quindi misure d’emergenza e Robespierre prende in mano la situazione:
- scioglie la Convenzione nazionale e forma un Comitato di salute pubblica (6 maggio 1793) dotato di pieni poteri;
- istituisce tribunali speciali incaricati di giudicare i controrivoluzionari;
- indice una leva di massa (23 agosto 1793) estesa a tutti i cittadini dai 16 ai 50 anni di età;
- instaura una dittatura che egli stesso chiama Terrore. Fa quindi decapitare migliaia di “nemici della rivoluzione”, tra cui la regina Maria Antonietta (16 ottobre 1793); impone un calmiere (cioè un prezzo massimo per la vendita dei generi di prima necessità); assume il controllo di tutta la vita economica della nazione; infine autorizza la repressione della Vandea con i sistemi più spietati.
Alla fine del 1793 la guerra civile è finita e tutte le armate straniere sono state ricacciate fuori dai confini. Robespierre però non accetta di ritornare alla normalità. Quando comincia a condannare a morte gli stessi rivoluzionari, Robespierre e i suoi sostenitori sono decapitati (28 luglio 1794). Per un approfondimento leggi Robespierre e la giustificazione del Terrore.
Rivoluzione francese: anni 1794-1799
Morto Robespierre, viene emanata la Costituzione francese del 1795, che assegna il potere esecutivo al Direttorio. La Francia versa in condizioni terribili:
- sul piano politico, gli aristocratici tornati dall’esilio, danno vita al Terrore bianco (di notte si aggirano per le strade di Parigi e uccidono gli ex giacobini) con l’intenzione di ripristinare la monarchia assoluta;
- sul piano economico, le casse dello Stato sono vuote;
- infine, sul piano militare, la Coalizione si impadronisce dei territori conquistati dai francesi e minaccia di marciare su Parigi.
Termina la Rivoluzione francese
Un giovane generale, Napoleone Bonaparte, diventato famoso per aver conquistato l’Italia, organizza un colpo di Stato (9 novembre 1799), con il quale abbatte il Direttorio e instaura il Consolato, divenendo Primo console. Con questo atto termina la Rivoluzione francese.
Ti potrebbe interessare anche:
Rivoluzione francese schema e sintesi