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Rivoluzione urbana nel neolitico: dal villaggio alla città

Per Rivoluzione urbana s’intende il passaggio, avvenuto intorno al IV-III millennio a.C., dalla dimensione del villaggio alla costituzione di nuclei urbani. Le prime città sorsero vicino ai grandi fiumi (Nilo, Indo, Tigri, Eufrate, Fiume Giallo) per sfruttare l’acqua e convogliarla nei campi attraverso canali, argini, dighe.

Quali furono le cause della rivoluzione urbana del Neolitico?

La rivoluzione urbana è stata la conseguenza di due fenomeni principali.

In primo luogo, si verificò una consistente crescita della popolazione nelle aree dove l’agricoltura si veniva sviluppando, come la Mezzaluna fertile. La popolazione aumentò sia perché l’agricoltura consentiva una migliore alimentazione, sia perché si addensò nelle zone più produttive per effetto delle migrazioni di gruppi umani alla ricerca di condizioni di vita più stabili e sicure.

In secondo luogo, grazie ai miglioramenti delle tecniche agricole, le popolazioni sedentarie furono in grado di procurarsi per la prima volta nella storia, non solo quanto necessario per vivere, ma anche una parte di eccedenze, cioè di prodotti non immediatamente destinati al consumo. In questo modo, gli individui hanno potuto iniziare a dedicarsi più massicciamente ad attività diverse dall’agricoltura e dall’allevamento, quali per esempio la metallurgia o la lavorazione della ceramica, anche in virtù delle materie prime offerte dal territorio.

Differenze tra città e villaggio neolitico

La vita comunitaria in città creò una società complessa e gerarchizzata, nella quale dominavano il sovrano (che sostituì il consiglio degli anziani tipico delle comunità di villaggio) e i sacerdoti.

La città era dunque un organismo profondamente diverso dal villaggio. I villaggi e i territori circostanti conservavano però un’importanza fondamentale, poiché vi si praticava l’attività agricola che forniva il cibo anche agli abitanti della città.

Al tempio affluivano infatti le offerte rese agli dèi per propiziarseli, ma anche i tributi, sotto forma di derrate alimentari, che i contadini dovevano versare per mantenere i sacerdoti, i funzionari e tutti coloro che vivevano in città e svolgevano un lavoro diverso da quello agricolo. I tributi venivano collocati in appositi magazzini vicini al tempio.

La necessità di segnare l’ingresso e l’uscita delle derrate alimentari dai magazzini fece nascere, poi, la scrittura, che segnò l’inizio della storia.

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