Per Romanizzazione s’intende il processo che portò alla diffusione delle leggi, degli stili di vita, della cultura, della lingua e dei culti romani nelle diverse aree dell’impero, anche le più lontane. I Romani erano convinti di essere il popolo scelto dagli dèi per portare al mondo civiltà invece che barbarie, pace invece che guerra, ordine al posto del caos.
Come avviene la romanizzazione?
Le grandi città dell’impero di Roma, collegate fra loro da una fitta rete di strade, ebbero tutte (come Roma) templi, basiliche, fori, terme, anfiteatri, teatri, colonne, archi. Ovunque furono costruiti ponti, acquedotti, fognature.
In epoca imperiale, Roma smise di sfruttare eccessivamente le province; evitò per lo più di imporre con la forza le proprie usanze, preferendo lasciare ampi margini di autonomia ai vinti e la possibilità di amministrarsi. Questo approccio si rivelò vincente: guidati da élite locali desiderose di accrescere il loro prestigio sociale, i popoli sottomessi, finirono infatti per adottare rapidamente usi e costumi romani. Il latino, insieme al greco, diventò ovunque la lingua comune ai ceti dominati. Questo spiega ad esempio perché in molti Paesi europei oggi si parlano lingue che derivano dal latino: dato che in Spagna, Portogallo, Francia, Italia, Romania al tempo dei Romani quasi tutti parlavano latino, alla fine la lingua che oggi si parla in questi posti deriva dal latino, non dalle lingue che esistevano prima della conquista romana.
L’impero si fece così sempre più omogeneo e si attenuarono progressivamente le differenze tra l’Italia e le province: il cuore del potere restava però naturalmente a Roma.
Del resto la progressiva estensione della cittadinanza con l’editto di Caracalla del 212 d.C. contribuì anch’essa a rendere meno significativa che in passato la distinzione tra dominatori romani e sudditi provinciali, favorendo l’integrazione.
Certo, le donne romane continuavano a essere escluse dai diritti politici e la società si basava ancora sul lavoro degli schiavi, ma con la fine delle guerre di espansione anche la posizione degli schiavi migliorò sia perché erano diventati più rari e costosi sia perché nel II secolo si diffusero nuove concezioni filosofiche e religiose che esaltavano la fratellanza tra gli uomini e il rispetto della vita umana, tanto che gli imperatori vararono leggi che impedivano di uccidere o punire gli schiavi senza un valido motivo.