La rotazione triennale delle colture iniziò a essere utilizzata dopo l’anno Mille.
Come funzionava il sistema della rotazione triennale?
I terreni erano divisi in tre parti: in una parte era seminato in autunno il grano (o altri cereali come il farro, la segale e il miglio); nella seconda parte in primavera si seminavano avena o orzo (oppure i legumi); la terza parte era lasciata a maggese, cioè a riposo.
Ogni anno, in ciascuna delle tre parti si cambiava coltura, a rotazione.
Quali vantaggi comportava?
La rotazione triennale delle colture offriva al contadino numerosi vantaggi:
- lasciava incolto ogni anno soltanto 1/3 delle terre;
- consentiva di nutrire meglio gli animali nei mesi in cui l’erba era secca;
- introduceva nella dieta le proteine dei legumi;
- distribuiva il lavoro nell’arco dell’intero anno;
- diminuiva, infine, i rischi che un cattivo raccolto lo gettasse nella fame.
Il terreno, inoltre, cambiando tipo di coltura, restava più fertile e produceva di più.
Nonostante l’aumento della produzione, tuttavia, l’alimentazione dei contadini in età medievale era precaria e insufficiente e la speranza di vita restava molto bassa.