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Sacco e Vanzetti storia di due anarchici italiani immigrati

Sacco e Vanzetti la tragica storia di due immigrati italiani morti sulla sedia elettrica il 23 agosto 1927, nel penitenziario statunitense di Charlestown, accusati di rapina e di un duplice omicidio avvenuto sette anni prima. Solo cinquant’anni dopo verranno completamente scagionati.

Nicola Sacco (1891-1927) e Bartolomeo Vanzetti (1888-1927) erano immigrati nel 1908-1909 negli Stati Uniti in cerca di lavoro, perché nelle proprie regioni di origine – il Piemonte e la Puglia – in quell’epoca vi era una grande povertà.

Si conobbero nel 1916 ed entrambi entrarono a far parte di un gruppo anarchico italo-americano nel Massachusetts. Dopo la scoppio della prima guerra mondiale entrambi fuggirono in Messico per evitare la chiamata alle armi. Finita la guerra, ritornarono negli Stati Uniti.

Nel 1920 vennero accusati di aver ucciso un contabile e una guardia del calzaturificio «Slater e Merrill» a South Baintree, una cittadina del Massachusetts, durante una rapina; il 14 luglio 1921 vennero condannati a morte dopo un’indagine che fu caratterizzata da evidenti pregiudizi nei confronti degli italiani.

Durante il processo, per esempio, alcuni connazionali di Sacco e Vanzetti vennero chiamati a testimoniare in favore della loro innocenza, ma alcuni di essi si esprimevano male in inglese, altri parlavano solo i dialetti delle regioni italiane di provenienza, per cui la loro incapacità di farsi capire influenzò negativamente sulle loro testimonianze.

Tutto ciò contribuì a rimarcare il pregiudizio, diffuso nella società statunitense, che gli italiani fossero persone rozze, ignoranti e tendenti naturalmente alla deliquenza. Per di più Sacco e Vanzetti aderivano a ideali politici comunisti-anarchici e, dunque, furono probabilmente condannati per contrastare la “minaccia rossa” da cui la società americana si sentiva all’epoca attaccata.

Dopo la condanna di Sacco e Vanzetti ci furono svariati ricorsi, basati sul fatto che le testimonianze erano state parziali e le prove contrastanti, ma furono tutti respinti. Nemmeno le proteste contro il verdetto organizzate negli Stati Uniti (ma anche in Europa e nell’Italia fascista) bastarono a sospendere l’esecuzione. Il 23 agosto 1927 Sacco e Vanzetti, dopo sette anni di udienze, vennero giustiziati con la sedia elettrica nel penitenziario statunitense di Charlestown, a distanza di sette minuti l’uno dall’altro.

Tuttavia, anche dopo la loro esecuzione, le indagini continuarono e nuove prove alla fine confermarono senza ombre di dubbio l’innocenza dei due immigrati italiani.

Arriviamo così al 1977, ben cinquant’anni dopo, quando le autorità statunitensi ammisero che i due italiani erano stati condannati ingiustamente, ammettendo gli errori commessi nel processo e riabilitandoli pubblicamente.

La storia di Sacco e Vanzetti è così diventata emblematica dei pregiudizi contro l’immigrazione italiana, raccontata anche in un film realizzato nel 1971 dal regista Giuliano Montaldo, con due protagonisti di eccezionale bravura: Gian Maria Volonté e Riccardo Cucciolla.

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