Salvatore Quasimodo, poeta italiano (1901-1968), tra gli esponenti più significativi dell’Ermetismo e premio Nobel per la Letteratura nel 1959.
Salvatore Quasimodo – Vita e Opere
Nasce a Modica (Ragusa) il 20 agosto 1901, figlio del capostazione ferroviario locale. Trascorre l’infanzia e l’adolescenza in varie località della Sicilia, seguendo i trasferimenti della famiglia.
Dopo il diploma di perito tecnico si iscrive alla facoltà di Ingegneria a Roma, ma è costretto a lasciare gli studi per ragioni economiche. Trova un impiego come funzionario nel Genio Civile, ma continua a studiare privatamente il greco e il latino e a scrivere poesie.
Nel 1930 Salvatore Quasimodo si trasferisce a Firenze presso la sorella, moglie dello scrittore Elio Vittorini, che lo mette in contatto con gli intellettuali vicini alla rivista letteraria «Solaria». Pubblica allora la raccolta Acque e terre (1930), cui seguono Oboe sommerso (1932); Erato e Apollion (1936); Ed è subito sera (1942).
In queste liriche sono evidenti l’adesione all‘Ermetismo e la nostalgia per la terra natale, la Sicilia, spesso mitizzata come «paradiso perduto».
Abbandonato l’impiego, Salvatore Quasimodo lavora come redattore al quotidiano «Il Tempo», ma intanto intensifica l’attività di traduttore di poeti latini e greci. Nel 1940 dà alle stampe la prima edizione della sua traduzione dei Lirici greci che gli assicura vasta risonanza e gli merita, nel 1941, la nomina a professore di Letteratura italiana presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano.
La seconda guerra mondiale produce in lui un profondo cambiamento, che lo porta ad allontanarsi dall’Ermetismo e a scegliere una poesia più impegnata civilmente, che privilegia un linguaggio più accessibile al comune lettore. Nascono così le raccolte Giorno dopo giorno (1947) e La vita non è sogno (1949).
Anche nelle raccolte successive, Il falso e il vero verde (1956), La terra impareggiabile (1958) e Dare e avere (1966), Quasimodo semplifica la sua poesia, che assume toni quasi narrativi e nei contenuti si avvicina alla cronaca, interpretando anche la condizione di isolamento dell’uomo nella civiltà contemporanea.
Nel 1959 ottiene il Premio Nobel per la Letteratura. Muore a Napoli, improvvisamente, il 14 giugno 1968.