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Sarcofago degli sposi – arte etrusca

Il Sarcofago degli sposi è uno splendido esempio di arte etrusca, databile intorno al 530-520 a.C. L’opera, in terracotta, nasce policroma, cioè in origine arricchita da vari colori; dei colori originari rimane traccia sulle gambe del kline (il lettino da banchetto).

Ritrovato nella necropoli della Banditaccia a Cerveteri, è conservato a Roma, presso il Museo Nazionale etrusco di Villa Giulia.

Nonostante la denominazione, non si tratta di un sarcofago (cioè la cassa che custodiva il corpo imbalsamato del defunto), ma di un’urna cineraria, destinata ad accogliere le ceneri dei due defunti.

Sarcofago degli sposi – descrizione

La parte inferiore dell’urna è la cassa. Questa si presenta a forma di lettino da banchetto (kline) ricoperto di stoffe e cuscini.

La parte superiore, il coperchio, raffigura i due coniugi semidistesi. Il marito, con il busto nudo e il resto del corpo coperto dal mantello, cinge con gesto affettuoso le spalle della donna, abbigliata con copricapo, che vela in parte la sua accurata acconciatura, e sandali con la punta rialzata.

La coppia è realizzata in posizione di perfetta parità, indice dell’elevata posizione sociale occupata dalle donne etrusche (almeno quelle nobili e ricche).

I due volti sono somiglianti e ciò fa pensare alla pratica, diffusa nelle botteghe ceramiche, di utilizzare modelli “tipizzati”, ovvero realizzati a stampo.

Questi erano poi personalizzati attraverso particolari, quali le capigliature, gli abiti e gli atteggiamenti.

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