I Satiri nella mitologia erano considerati semidivinità e perciò, nonostante vivessero a lungo, erano destinati a morire. Figli di Bacco e della ninfa Nicea secondo alcuni, secondo altri invece erano i figli di Ermes e della ninfa Iftime.
Erano rappresentati come esseri umani con attributi animali: orecchie appuntite, due piccoli corni sulla fronte, la coda di cavallo o di capra, gli zoccoli caprini, la chioma arruffata e il naso schiacciato.
Personificazioni della vita della natura, i Satiri popolano boschi e montagne, spesso insieme con le ninfe, che importunano accostandosi nell’oscurità delle selve. Sono dediti alla caccia e alla musica. Gli antichi romani credevano che da loro dipendesse ogni inspiegabile e inquietante rumore notturno.
Amanti della danza, del vino e di tutti i piaceri sensuali, insieme alle Baccanti, accompagnano Dioniso o Bacco nelle sue peregrinazioni e nelle sue feste, suonando spesso l’aulos (secondo il mito, uno strumento a fiato inventato dalla dea Atena).
Maliziosi e impudenti, non mostrano particolare simpatia per gli umani, dei quali spaventano e perseguitano le donne e assalgono gli armenti.
Sileni e Satiri mitologia
Ai Satiri invecchiati si dà il nome di Sileni. Infatti anche i Sileni sono rappresentati con la coda, le corna e talvolta con le orecchie a punta.