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Scambio colombiano: 10 prodotti importati da Colombo

Lo scambio colombiano (columbian exchange), così come lo ha definito lo storico americano Alfred W. Crosby (1931-2018), nel suo saggio dall’omonimo titolo, pubblicato per la prima volta nel 1972, è il fenomeno che ha portato i prodotti americani a essere consumati e coltivati in Europa (e viceversa), dopo i viaggi di Cristoforo Colombo e la conquista del nuovo continente americano. L’espressione “scambio colombiano” deriva quindi dal cognome del grande navigatore ed esploratore italiano Colombo.

Sono dieci i prodotti importati dall’America dopo la scoperta di Colombo nel 1492. Ci riferiamo a prodotti alimentari e anche adibiti ad altri usi.

Curiosi di conoscere i 10 prodotti importati dall’America dopo la scoperta di Colombo? Eccoli, ve li presentiamo.

In realtà il viaggio di Colombo fu il primo di una lunga serie di viaggi di esplorazione che favorirono, fra Europa e America, lo scambio di cibi, piante e animali prima del tutto sconosciuti in ciascuno dei due continenti.

Sulle tavole degli europei giunse dall’America il mais, o granoturco: un cereale che Colombo stesso portò con sé fin dal primo viaggio, insieme con indiani ornati di piume e pappagalli variopinti. All’inizio questo cereale fu accolto con diffidenza benché fosse molto resistente al gelo e adatto a vari usi alimentari.

Anche la patata, originaria del Perù, si diffuse lentamente, soprattutto perché non si sapeva bene come cucinarla; ma poi finì per affermarsi e divenne un alimento fondamentale sulla tavola dei poveri e una grande risorsa in caso di carestia.

Dall’America giunsero poi il pomodoro, i peperoncini, i fagioli, la patata dolce, le zucche.  Seguirono frutti come l’ananas e il tabacco, usato dapprima come pianta medicinale.

Le classi ricche cominciarono ad apprezzare nuove bevande, come la cioccolata, che si otteneva dai semi del cacao, una pianta dell’America tropicale.

E noi europei cosa abbiamo introdotto in America?

Noi europei abbiamo introdotto in America molte delle piante coltivate in Europa, ma soprattutto abbiamo creato, nelle regioni tropicali ed equatoriali, vaste piantagioni per la coltivazione di quei prodotti che richiedono climi caldi, come la canna da zucchero (originaria dell’Asia), il caffé (originario dell’Africa), il cotone. Anche il tabacco fu intensamente coltivato.

Ma il cosiddetto scambio colombiano riguardò non solo un via vai di uomini e piante, ma anche di animali e malattie.

Fra Europa e America ci fu infatti anche uno scambio di animali da allevamento. Gli europei portarono buoi, pecore, polli, maiali e cavalli (che gli Indiani delle grandi praterie del nord impararono a cavalcare con grande abilità). Dall’America, invece, giunse in Europa il tacchino.

Numerose furono poi le malattie contagiose trasmesse dai conquistadores e dai coloni agli Indios, con effetti rovinosi su quelle popolazioni: il vaiolo, il tifo, il morbillo, l’influenza.

Si pensa invece che dal Nuovo Mondo sia giunta in Europa la sifilide, una malattia a lungo considerata incurabile che causò fra gli europei un altissimo numero di morti.

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