La Scuola di Atene di Raffaello Sanzio: descrizione, analisi, storia.
Scuola di Atene dipinto
La Scuola di Atene è il grande affresco realizzato da Raffaello Sanzio nella Stanza della Segnatura, adibita a biblioteca privata del papa.
Dal 1508 al 1514, su commissione di Papa Giulio II, Raffaello lavorò agli affreschi di quattro stanze dei Palazzi Vaticani: Stanza della Segnatura, Stanza di Eliodoro, Stanza dell’Incendio di Borgo, Stanza di Costantino. Nelle stanze si alternano rappresentazioni allegoriche relative alla teologia, alla scienza, alla filosofia, alla giustizia, alla politica, all’arte.
La Scuola di Atene si presenta come una celebrazione della sapienza antica: riassume tutta la storia del pensiero filosofico centrato attorno alle posizioni di Aristotele e Platone. I due filosofi sono dipinti al centro di un edificio di grandi dimensioni, identificato con alcune basiliche romane o, molto probabilmente, con i progetti di Bramante all’ampliamento di San Pietro. Erano stati proprio i progetti attivi all’interno del Vaticano a suggerire, quindi, a Raffaello tale composizione per la Scuola di Atene, il cui edificio è a base di croce latina.
Scuola di Atene personaggi
Al centro della Scuola di Atene, ideale fulcro prospettico, sono raffigurati Platone e Aristotele.
A sinistra si trova Platone. Ha il volto di Leonardo da Vinci e sotto il braccio ha il Timeo, che tratta della genesi dell’universo. Con il dito indica verso l’alto ad indicare il Mondo delle Idee, l’iperuranio, centrale nel suo pensiero, come sola realtà. Sulla destra si trova, invece, Aristotele. Regge l’Etica Nicomachea e punta la mano verso lo spettatore ad indicare l’unica realtà esistente, le idee immanenti nelle cose stesse.
Alla base dell’edificio, ai due lati della scalinata, sono posti in evidenza due filosofi attorniati da studenti. A sinistra è Pitagora, mentre legge un grosso libro e un altro personaggio gli regge una tavoletta. Sulla tavoletta sono stati individuati la tetraktys e la suddivisione tipica dei pitagorici dell’ottava musicale.
A sinistra è Euclide (secondo alcuni Archimede), con i tratti somatici del Bramante. È il sommo rappresentante della Geometria. Si curva sopra la lavagna e misura con il compasso una figura geometrica a forma di stella.
Altri filosofi identificabili sono: sulla destra Tolomeo con il globo terrestre in mano, assertore del sistema geogentrico; di fronte è riconoscibile Zoroastro, il leggendario scopritore dell’Astronomia quale scienza e studio del movimento dei corpi celesti. Ha in mano un globo celeste trapunto di stelle.
Alla destra di Platone, sulla scalinata c’è Socrate, con una tunica verde bottiglia, indentificato per le somiglianze con i busti antichi che lo raffigurano. Argomenta con i suoi interlocutori.
Sdraiato sui gradini è Diogene, denominato il Cinico. Con l’abito lacero, manifesta con il suo atteggiamento l’essenza del suo pensiero ovvero il rifiuto delle convenzioni sociali e il ritorno alla Natura.
Sul davanti, a sinistra c’è Epicuro, coronato di pampini. Ragiona sull’Edonismo, principio cardine del suo pensiero secondo cui la Sensazione è considerata l’unico criterio di verità.
La figura con il turbante, dietro Pitagora, è identificata con Averroè, il filosofo arabo celebrato da Dante per il “gran commento” (Inferno, IV, 144).
Seduto solo in primo piano, con il capo appoggiato sul braccio, la figura di Eraclito, che scrive su un parallelepipedo. Eraclito sembra meditare con tristezza sul principio del suo pensiero che si basò sulla consapevolezza dell’eterno fluire di ogni cosa (“Panta rei”). Un Eraclito con le sembianze di Michelangelo. Omaggio offerto a Michelangelo, che nello stesso periodo stava lavorando agli affreschi della Cappella Sistina.
A destra di Aristotele, con abiti contemporanei, Raffaello raffigura se stesso, vicino la colonna e altri personaggi del suo tempo. Riconosce loro il ruolo di intellettuali, ponendoli sullo stesso piano dei filosofi antichi e indicando l’unione e la continuità tra sapere antico e moderno.