La seconda colonizzazione greca si verificò tra l’VIII e il VI-V secolo a.C. ed è così detta per distinguerla dalla prima, verificatasi tra l’XI secolo a.C. e la metà del IX secolo a.C.
Seconda colonizzazione greca: le cause
La seconda colonizzazione greca fu determinata dall’aumento demografico, dalla scarsità di terre coltivabili e dalla necessità di allargare i commerci. Era la polis stessa a organizzare il trasferimento dei coloni nelle nuove terre. La spedizione era guidata da un capo, chiamato ecista.
I coloni occupavano la terra e si spartivano il territorio in parti uguali. Le colonie greche pur essendo indipendenti mantenevano lingua, abitudini, religione e organizzazione politica della polis d’origine (la madrepatria).
Quali furono le aree interessate?
La colonizzazione era inizialmente diretta verso le coste italiche del Mediterraneo, perciò quest’area venne chiamata Magna Grecia. Le città più importanti fondate dai Greci furono: Napoli, Paestum e Cuma in Campania; Taranto in Puglia; Sibari, Crotone e Reggio in Calabria; Messina, Catania, Agrigento e Selinunte in Sicilia.
Altre aree interessate dalla colonizzazione furono le coste di Spagna, Francia, Corsica, Africa settentrionale, Asia Minore, Ponte Eusino (oggi Mar Nero).
Quali conseguenze ebbe la seconda colonizzazione greca?
La colonizzazione greca diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo non solo le merci ma anche la lingua, la religione, la scultura, l’arte. Nelle colonie venivano costruiti edifici simili a quelli greci, come piazze (agorà), templi e teatri.
Il Mediterraneo diventò dunque un’area con moltissime città di cultura greca in continuo contatto con il Medio Oriente. Da ciò seguirono benefici per il commercio e un formidabile arricchimento culturale.
Le colonie diventarono in breve tempo importanti centri manifatturieri e di scambi commerciali, favorite anche dall’introduzione della moneta. Lo sviluppo economico permise la formazione di un “ceto medio”, di mercanti e artigiani.