Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, e nello spazio e nel tempo di un sogno è raccolta la nostra breve vita (We are such stuff as dreams are made on, and our little life is rounded with a sleep) – così dice il saggio mago Prospero ne La tempesta di Shakespeare, atto IV, scena I, rivolgendosi alla figlia Miranda e al suo futuro sposo Ferdinando.
In che senso noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni? Ma di che materia sono fatti i sogni?
Prospero paragona la nostra natura umana a quella dei sogni: impalpabili per definizione, incerti. Appaiono e si dileguano, tale è la sostanza dell’uomo, destinato a svanire nel nulla quando cala il sipario.
William Shakespeare cambia la visione del mondo: il carattere illusorio dell’esistenza, la fugacità della vita, il confine tra realtà e magia è labile. I sogni sono l’altra parte di noi e ci aiutano a vivere; l’illusione anche se è menzognera e ci fa credere in un mondo che non esiste ed è solo lo specchio delle nostre aspettative più profonde, che non trovano alcun riscontro con la realtà, è però una dimensione necessaria e operante della psiche umana.
Versi affini a quelli di Shakespeare li ritroviamo nella famosa opera del drammaturgo spagnolo Pedro Caldéron de la Barca, dal titolo La vita è sogno (1635).