I druidi sono descritti per la prima volta con precisione nel De bello gallico di Cesare, a cui si deve di fatto la maggior parte delle notizie in nostro possesso.
Il ruolo sociale dei druidi
I druidi, considerati i membri più autorevoli del loro popolo (i Celti), erano le figure di riferimento della società, a cui ci si rivolgeva per una molteplicità di problemi.
Non avevano tutti la stessa posizione all’interno della compagine sociale. Vi era infatti un druido “capo supremo”, come afferma lo stesso Cesare (VI, 13, 8-9); vi erano poi i druidi veri e propri, che si distinguevano come sacerdoti del culto, ma anche come giudici e come consiglieri dei capi.
C’erano anche druidi “cantori”, che celebravano le gesta eroiche del loro popolo e accompagnavano con il loro canto i guerrieri in battaglia; essi costituivano, di fatto, la memoria storica della comunità: preservavano e tramandavano le antiche leggende, ma anche le vicende storiche e i valori morali. La loro funzione può essere equiparata a quella degli aedi o rapsodi nella cultura greca arcaica.
In ultimo, vi erano i druidi profeti, indovini che si occupavano degli aspetti pratici connessi alla religiosità e al culto: la lettura e l’interpretazione del rituale sacrificale. Si tramanda, a questo proposito, la presenza di sacerdotesse druide, a cui spettavano compiti analoghi a quelli dei loro colleghi maschi.
I druidi praticavano i sacrifici umani
Nella loro qualità di officianti dei riti religiosi, praticavano i sacrifici umani. Per esempio, per onorare Taranis, il dio del fulmine che ardeva gli alberi delle foreste con le saette, la vittima era arsa viva in un tronco d’albero cavo.
Un’altra forma di sacrificio umano era quella di seppellire un neonato nelle fondamenta di un edificio nel momento in cui se ne iniziava la costruzione. In questo modo si poneva l’edificio sotto la magica protezione dell’anima del morto e nello stesso tempo si placava la collera degli spiriti di quel luogo strappato alla natura per divenire “spazio” dell’uomo.
Appartiene alla categoria dei sacrifici umani anche l’usanza celtica di tagliare e portarsi via le teste dei nemici uccisi in battaglia, sia come prova del proprio valore sia per impedire che il fantasma del morto tornasse a vendicarsi.
Altri sacrifici si celebravano durante feste religiose annuali, per esempio quelle legate all’anno agricolo.
La funzione educativa dei druidi
Una delle caratteristiche più importanti dei druidi è la loro funzione paideutica, cioè educativa. I giovani erano loro affidati per lunghi periodi di studio, durante i quali trasmettevano ai loro discepoli tutta la loro sapienza.
I Romani, nella loro opera di invasione del mondo celtico (per un approfondimento leggi Cesare alla conquista della Gallia clicca qui), compresero immediatamente l’importanza dei druidi come elemento di coesione all’interno delle diverse comunità. Essi cercarono quindi di disinnescare il potenziale pericolo, soprattutto vietando i sacrifici umani, che avevano un ruolo non trascurabile all’interno della religiosità celtica.
I druidi gradualmente furono privati del loro prestigio e della loro autorità e, sotto l’imperatore Claudio (41-54 d.C.), furono anche perseguitati.
Nel 78 d.C. furono definitivamente cancellati, con la distruzione di Mona, in Britannia, ultima roccaforte del mondo celtico e luogo simbolico in cui i druidi si recavano a perfezionare la loro educazione.