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Somnium Scipionis, il sogno di Scipione riassunto

Somnium Scipionis (Il sogno di Scipione) è la parte finale del sesto e ultimo libro del De re publica di Marco Tullio Cicerone (106-43 a.C.). Si tratta di un dialogo che Cicerone immagina svolgersi nel 129 a.C. nella villa al Campo Marzio di Scipione Emiliano.

Somnium Scipionis riassunto: i contenuti

Scipione Emiliano racconta ai propri interlocutori un sogno fatto vent’anni prima, ai tempi della terza guerra punica, quando si recò dal re di Numidia Massinissa, che era stato un grande amico di Scipione Africano, suo nonno adottivo.

I due conversarono fino a tarda notte, parlando a lungo di suo nonno, il vincitore dei Cartaginesi nella battaglia di Zama, nel 202 a.C., l’ultima battaglia della seconda guerra punica.

Quando andò a dormire, all’Emiliano apparve in sogno l’anima del suo grande antenato. Questi, dopo avergli pronosticato la sua futura carriera politica e militare, gli parla della sorte riservata in cielo a coloro che operano in vita per il bene della patria.

Nel sogno poi compare il padre naturale dell’Emiliano, Emilio Paolo, che esorta suo figlio ad agire rettamente nell’interesse della res publica, requisito principale per avere un domani il dono della vita immortale nella Via Lattea, dove si trova la sede dei beati. A questo punto parla di nuovo l’Africano, che indica al nipote gli spazi del cielo, dove tutto è eterno, e le sfere celesti, che producono una dolcissima armonia. La Terra, vista dal cielo, è un punto insignificante: è da stolti cecare i piaceri terreni e darsi tanto da fare per avere la gloria, un bene quanto mai effimero. È giusto invece porsi rettamente al servizio dello Stato e creare le condizioni per conseguire l’immortalità celeste.

A Scipione Emiliano viene anche profetizzata la morte violenta, che si inserisce nei tumulti e nelle faide familiari successivi alla riforma agraria di Tiberio Gracco.

Quali sono i temi trattati nel Somnium Scipionis?

I temi in esso trattati sono: la concezione del corpo come carcere terreno dell’anima immortale; la svalutazione dei beni mondani destinati a rapida estinzione; l’esaltazione della vita ultraterrena.

Confronto tra Somnius Scipionis di Cicerone e Repubblica di Patone

L’opera di Cicerone ha come modello il mito di Er, che chiude il libro della Repubblica di Platone filosofo greco. Er, un soldato morto in battaglia da dieci giorni, era tornato improvvisamente in vita e aveva rivelato ciò che aveva visto nell’Oltretomba: la diversa distribuzione delle anime, il sistema astrale e il complesso procedimento attraverso cui avviene la reincarnazione delle anime negli uomini e negli animali.

Tuttavia, mentre Platone presenta il viaggio ultraterreno di Er come reale, Cicerone adotta invece, per conferire maggiore credibilità alla narrazione, la forma del sogno, che sarebbe stato provocato da suggestione, dal momento che la sera prima proprio Scipione l’Africano era stato al centro della discussione. D’alta parte, una volta stabilita l’origine fisiologica del sogno, la profezia e la visione dell’Aldilà in esso contenute corrispondono perfettamente all’idea, tipica del mondo antico, del sogno come rivelazione di verità.

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