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Squadristi fascisti e squadrismo

Gli squadristi fascisti componevano le Squadre d’azione (1919) che Mussolini istituì assieme ai Fasci di combattimento.

Cos’erano le Squadre d’azione?

Le Squadre d’azione erano corpi paramilitari. Gli squadristi erano giovani, ex combattenti della prima guerra mondiale, che faticavano a reinserirsi nella vita civile, i piccoli borghesi, che cercavano spazi per affermare l’orgoglio della propria diversità nei confronti delle masse socialiste. Gli squadristi fascisti erano armati in genere di fucili e bastoni e indossavano la camicia nera (per questo gli squadristi erano chiamati anche “Camicie nere”). Tra i simboli dello squadrismo c’erano il teschio e la fiamma, che indicavano il disprezzo del pericolo e l’accettazione della morte per la vittoria della causa.

Perché le Squadre d’azione erano definite “squadracce”?

Erano definite “squadracce” a causa degli orrori che si lasciavano alle spalle.

Perché vennero costituite le Squadre d’azione?

Vennero costituite per intimidire e colpire duramente il movimento socialista, in particolare le organizzazioni contadine.

Tra il 1920 e il 1921 (definito dagli storici come “Biennio rosso“), infatti, nell’Italia centro-settentrionale associazioni operaie e contadine, insieme ai sindacati, misero in atto scioperi e proteste per ottenere maggiori diritti.

I grandi proprietari terrieri e alcuni esponenti dell’industria appoggiarono lo squadrismo fascista, convinti che avrebbe fermato una rivoluzione proletaria che sembrava imminente.

Cosa fecero gli squadristi fascisti?

Gli squadristi fascisti compirono una serie di spedizioni punitive nelle campagne e nei centri urbani dell’Italia centro-settentrionale, in Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Marche e Umbria, devastando le sedi dei giornali, le cooperative, le sezioni di partito del movimento socialista e delle leghe cattoliche, aggredendo, minacciando e umiliando gli oppositori politici.

In questo modo, il movimento fascista conquistò il controllo di vaste aree del territorio nazionale. Nelle elezioni del 1921 Mussolini ottenne infatti 35 deputati in Parlamento e il movimento si trasformò in Partito Nazionale Fascista (PNF).

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