Le stagioni astronomiche sono i periodi di tempo compresi tra un equinozio e il solstizio che lo segue, o tra un solstizio e l’equinozio successivo.
L‘alternarsi delle stagioni astronomiche con il relativo cambio di durata del dì e della notte è un’altra importante conseguenza del moto di rivoluzione della Terra attorno al Sole e dell’inclinazione costante dell’asse terrestre.
Naturalmente le stagioni astronomiche risultano invertite nei due emisferi: alla nostra estate corrisponde l’inverno australe, alla nostra primavera corrisponde l’autunno australe e viceversa.
Inoltre, a causa della diversa velocità della Terra sull’orbita, le stagioni astronomiche non hanno tutte la stessa durata: noi abbiamo complessivamente un semestre caldo (primavera-estate) più lungo di circa 7 giorni e 6 ore del semestre freddo (autunno-inverno) ed il contrario si ha nell’emisfero australe.
Osserviamo cosa accade nei giorni che segnano l’inizio delle stagioni astronomiche.
Equinozio di primavera
Il 20/21 marzo i raggi solari giungono perpendicolari all’equatore e quindi il circolo di illuminazione passa per i poli e divide tutti i paralleli in due parti uguali.
Ciò fa sì che il giorno e la notte abbiano la stessa durata: ci sono 12 ore di luce e 12 ore di buio.
Questo giorno, detto equinozio di primavera (dal latino aequus, “uguale”, e nox, “notte”), nell’emisfero boreale segna l’inizio della primavera e in quello australe l’inizio dell’autunno.
Quando la Terra nel suo moto di rivoluzione si sposta verso l’afelio, le ore di luce aumentano nell’emisfero boreale e diminuiscono in quello australe.
Solstizio d’estate
Il 20/21 giugno i raggi solari giungono perpendicolari al tropico del Cancro. L’intera calotta polare artica è illuminata per 24 ore ed è quindi sempre giorno.
Questo giorno, detto solstizio d’estate, segna l’inizio dell’estate nell’emisfero boreale e qui il dì raggiunge la sua massima durata; nell’emisfero australe segna invece l’inizio dell’inverno.
Proseguendo nel suo moto di rivoluzione, la Terra si allontana dall’afelio; nell’emisfero boreale incomincia a diminuire la parte illuminata e di conseguenza anche il numero delle ore di luce.
Equinozio d’autunno
Il 22/23 settembre, quando il circolo di illuminazione passa di nuovo per i poli, i raggi del Sole sono nuovamente perpendicolari all’equatore e si ha ancora la stessa durata del dì e della notte.
Siamo all’equinozio d’autunno, che segna l’inizio dell’autunno nell’emisfero boreale e nell’altro emisfero l’inizio della primavera.
Proseguendo, la Terra si avvicina al perielio e la parte illuminata diminuisce sempre più nell’emisfero boreale, dove il dì diventa più corto della notte, e aumenta sempre più nell’emisfero australe, dove il dì diventa più lungo della notte.
Solstizio d’inverno
Il 20/21 dicembre i raggi del Sole sono perpendicolari al Tropico del Capricorno e tutta la calotta polare antartica è illuminata, perciò nell’emisfero boreale si ha la durata minima del dì rispetto alla notte, che ha la sua massima durata.
È il solstizio d’inverno, che nell’emisfero boreale segna l’inizio dell’inverno e nell’emisfero australe l’inizio dell’estate.
Continuando il suo moto di rivoluzione, la Terra si riporta all’equinozio di primavera e… il ciclo si ripete.