Lo Stato Pontificio o Stato della Chiesa o Patrimonio di San Pietro (Patrimonium Petri), durato fino al 1870, nasce con la Donazione di Sutri del 728 da parte del re dei Longobardi Liutprando a papa Gregorio II.
La Donazione di Liutprando
Con la Donazione di Sutri del 728 ha inizio il potere temporale (ossia giuridico e amministrativo) dello Stato della Chiesa sui propri sudditi: dal diritto di esercitare la sovranità su terre e uomini alla difesa militare del territorio; dall’emanazione delle leggi civili all’amministrazione della giustizia ordinaria.
La Donazione di Pipino il Breve
Lo Stato Pontificio o Stato della Chiesa si ingrandisce ulteriormente nel 755 con la Donazione di Pipino il Breve, re dei Franchi dal 751 al 768.
Pipino infatti si allea con il Papato che teme l’espansione dei Longobardi in Italia; scende allora in Italia, sconfigge il re longobardo Astolfo e dona al papa Stefano II le terre conquistate: i territori dell’Esarcato (i territori attorno a Ravenna) e la Pentapoli (le Marche), già appartenuti ai Bizantini e poi passati sotto il dominio dei Longobardi.
ll papato estende così la propria autorità su un territorio che va dal Lazio alle Marche a parte dell’Umbria e dell’Emilia Romagna, noto ai contemporanei come «Patrimonio di San Pietro» (Patrimonium Petri).
A questi avvenimenti molti storici fanno risalire la cosiddetta Donazione di Costantino, un falso documento preparato dalla cancelleria papale secondo cui l’imperatore Costantino (274-337), una volta convertitosi al Cristianesimo, per gratitudine verso il papa Silvestro I, nel 315 gli avrebbe concesso il potere temporale su Roma e l’Italia. La falsità di questo documento fu accertata nel 1440 dall’umanista Lorenzo Valla.
La Chiesa e Carlo Magno
In seguito, il successore di Pipino il Breve, ovvero suo figlio Carlo Magno, si scontra con i Longobardi, ritornati a minacciare i possedimenti del papa, e conquista Pavia (774), la capitale longobarda. Si proclama re dei Franchi e dei Longobardi e concede al papa Leone III la sovranità sulla Toscana e sull’Emilia.
La fine dello Stato della Chiesa
Durante il Medioevo e l’Età Moderna, lo Stato Pontificio o Stato della Chiesa è fortemente minacciato e l’autorità del papa compromessa: si pensi, ad esempio, ai due lunghi e travagliati periodi della “cattività avignonese” (1309-1377) e dello Scisma d’Occidente (1378-1417); agli avvenimenti della Rivoluzione francese e all’ascesa di Napoleone; al periodo del Risorgimento.
Finché il 20 settembre 1870 i bersaglieri entrano a Roma attraverso la breccia di Porta Pia e mettono fine alla millenaria storia dello Stato Pontificio. Ma Pio IX non riconosce l’occupazione e apre la “questione romana“. Questa è risolta solo durante il fascismo con la stipulazione dei Patti Lateranensi, che riconoscono alla Santa Sede la sovranità sulla Città del Vaticano.
Oggi, quindi, per Stato Pontificio o Stato della Chiesa o Patrimonio di San Pietro ci si riferisce al territorio dello Stato della Città del Vaticano, costituito dalla piazza e dalla Basilica di San Pietro, dai giardini e dai Musei Vaticani e da alcune altre piccole piazze e strade.