A Sant’Anna di Stazzema, piccolo borgo in provincia di Lucca (Toscana), il 12 agosto 1944 si verificò una delle più gravi stragi di popolazione civile durante l’occupazione tedesca in Italia tra il 1943 e il 1945.
Ecco che cosa è accaduto il 12 agosto 1944 a Sant’Anna di Stazzema
All’alba del sabato 12 agosto 1944 tre reparti delle SS del generale Max Simon salirono al paese di Sant’Anna di Stazzema, in Toscana, mentre un quarto reparto chiudeva ogni via di fuga a valle. Gli uomini del paese si erano rifugiati nei boschi per non essere deportati, mentre donne, anziani e bambini erano rimasti nelle loro case convinti che, in quanto cittadini inermi, non gli sarebbe capitato nulla. Inoltre, pochi giorni prima, gli stessi nazisti avevano dichiarato quell’area “zona bianca”, cioè un rifugio sicuro per gli sfollati, che dalla costa si erano rifugiati nel paese.
Invece, quella mattina, le SS, accompagnati da fascisti collaborazionisti della Repubblica Sociale Italiana (RSI), rastrellarono e picchiarono tutti gli abitanti, per poi chiuderli nelle stalle o nelle case e li massacrarono a colpi di mitra e bombe a mano. In poco più di tre ore massacrarono 560 innocenti, tra i quali 107 erano minori di 14 anni e una bambina, Anna Pardini, di appena 20 giorni. Infine, bruciarono ogni cosa (gli animali uccisi, le case, la chiesa, i cadaveri) per distruggere e cancellare tutto.
Scendendo a valle, poi, le SS uccisero tutti coloro che incontrarono sulla propria strada nelle frazioni di La Culla, Vacchereccia e nel paese di Valdicastello.
Perché fu ordinata la strage di Sant’Anna di Stazzema?
L’operazione era stata premeditata giorni prima e si inserisce all’interno della cosiddetta “questione partigiana” volta a eliminare la popolazione civile colpevole, secondo i nazifascisti, di proteggere o appoggiare i partigiani che combattevano nella Resistenza presente nella zona. Le violenze nazifasciste finalizzate allo sterminio della popolazione civile per fiaccare la resistenza partigiana culminarono nella strage di Marzabotto.
Il processo e le condanne
Il processo per il massacro di Sant’Anna di Stazzema si svolse solo il 22 giugno 2005, presso il Tribunale militare di La Spezia, dopo la scoperta nel 1994, nello scantinato della Procura militare di Roma, del cosiddetto “armadio della vergogna“, in cui furono ritrovati 695 fascicoli e un registro generale con 2274 notizie di reato “archiviati provvisoriamente” nel 1960, riguardanti crimini di guerra commessi dai nazisti tedeschi e dai fascisti italiani della Repubblica di Salò tra il 1943 e il 1945.
Il processo si concluse con la condanna all’ergastolo di 10 ex appartenenti alle SS, pene confermate in appello e nel 2007 in Cassazione, ma l’autorità tedesca non ha mai dato esecuzione alle sentenze.
Oggi Sant’Anna di Stazzema è Parco Nazionale della Pace istituito con la Legge 381 dell’11 dicembre del 2000 con l’obiettivo di rimanere viva la memoria storica di quei tragici eventi.