Suburra era il più malfamato tra i quartieri dell’antica Roma. Si estendeva nell’area compresa tra il Quirinale, il Viminale, il Celio e l’Oppio.
Il suo nome deriva dal termine latino”sub-urbe“, “città bassa”.
I vicoli tortuosi e oscuri della Suburra erano il territorio ideale per le bande di ladri. Le vie del quartiere, che nelle ore diurne erano affollate da una miriade di piccole botteghe artigiane e nelle quali si poteva camminare con relativa sicurezza, al tramonto si svuotavano e diventavano deserte e buie. Le uniche luci erano quelle delle taverne malfamate e dei locali dei lenoni.
Plauto ci informa infatti che il quartiere era considerato, all’epoca, un quartiere a luci rosse.
La forte presenza della prostituzione a basso costo attirava nel quartiere numerose persone appartenenti agli strati più bassi della società, come ladri, bari, lenoni, gladiatori.
I suoi vicoli però erano frequentati anche da personaggi come Nerone, che vi si recava in incognito, per ascoltare le chiacchiere del popolo e assicurarsi di essere ben voluto; Messalina, moglie dell’imperatore Claudio, che di notte usciva dai palazzi imperiali in cerca di avventure amorose.
Tuttavia la Suburra non era solo un luogo di ambigua fama. Era infatti ricca di santuari di devozione popolare e di tabernae librariae. In queste librerie operavano schiavi esperti nella scrittura, che, per conto dei loro padroni, copiavano e vendevano su ordinazione le opere letterarie latine e greche.
Da non dimenticare inoltre che nella Suburra nacquero alcune importantissime personalità della Roma antica, come Giulio Cesare e il poeta Marziale.