Nella commedia Tartufo Molière mette in scena le vicende di un ipocrita (Tartufo) che grazie ai suoi modi falsamente devoti riesce a ingannare un uomo credulone.
Il Tartufo di Molière fu messo in scena nel 1664 e fu subito bersaglio di aspre polemiche, scatenate in particolare dal partito dei devoti che contava esponenti importanti anche nella corte di Luigi XIV (la stessa regina madre Anna d’Austria ne faceva parte). Costoro infatti si vedevano apertamente derisi nella figura del protagonista, un modello di ipocrisia e di simulazione religiosa che rischiava di screditare agli occhi del pubblico un’intera classe sociale.
Molière l’anno successivo ne scrisse una seconda versione dal titolo Panulfo o l’impostore, con una carica satirica più attenuata; tuttavia, a partire dal 1667, il presidente del Parlamento di Parigi vieta le messe in scena di Tartufo.
Le rappresentazioni della commedia furono possibili solo a partire dal 1669, per intervento di Luigi XIV, nella versione in cinque atti che viene abitualmente rappresentata.
Uno degli aspetti più originali della struttura di Tartufo consiste nel fatto che il personaggio che dà il nome alla commedia entra in scena solo nel terzo atto. Lo spettatore tuttavia impara a conoscerlo ben prima della sua apparizione attraverso le descrizioni e i discorsi degli altri componenti della famiglia.
Tartufo Molière trama e personaggi
Tartufo riesce a introdursi nella casa del ricco e pio Orgone, spacciandosi per un uomo devoto e incomincia a spadroneggiare. L’intera famiglia, composta dalla moglie di Orgone, Elmira, i figli Marianna e Damide, la cameriera Dorina, il fratello di Elmira, Cleante, ha capito che Tartufo è un ipocrita, ma non riescono a convincerne Orgone. Anzi, Orgone, ingannato dal suo ospite, vorrebbe dargli addirittura in sposa la propria figlia Marianna, che invece ama Valerio.
Interviene Elmira, moglie di Orgone e madre di Marianna. Invita Tartufo a un colloquio, mentre suo figlio Damide si nasconde in uno stanzino in qualità di testimone.
In tale occasione Tartufo si abbandona a una vera e propria dichiarazione d’amore nei confronti della donna e si propone come amante. Elmira lo ascolta, poi gli consiglia, se non vuole che riferisca quella conversazione al marito, di rinunciare al matrimonio con Marianna.
Il figlio Damide però si precipita infuriato dal padre e gli racconta l’accaduto. Tartufo riesce invece a convincere Orgone di essere stato frainteso. Non solo, Orgone decide di nominarlo erede di tutti i suoi beni diseredando il figlio Damide, che viene cacciato di casa.
La moglie Elmira convince Orgone ad assistere di nascosto a una spudorata scena di seduzione da parte di colui che egli crede essere un modello di pietà religiosa; Orgone recupera così la lucidità e decide finalmente di allontanare Tartufo.
Tartufo però facendosi forza della sua nuova condizione di erede, rifiuta di lasciare la casa e minaccia di rivelare alle autorità alcuni documenti politicamente compromettenti conservati da Orgone.
Nel momento in cui la commedia si sta per trasformare in tragedia, l’arrivo di un ufficiale giudiziario inviato dal re segna una svolta conclusiva provvidenziale: Tartufo viene arrestato e la pace domestica è ristabilita.
La commedia si chiude con un lungo elogio della giustizia del re.
Per un approfondimento leggi anche Molière vita e opere.