Il Teatro di Pompeo è il primo teatro in muratura costruito a Roma. Fino ad allora, in occasioni particolari, erano state erette strutture in legno provvisorie per allestire gli spettacoli. Si costruiva però solo il palcoscenico, non vi erano sedili e gli spettatori assistevano agli spettacoli in piedi.
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Il Teatro di Pompeo a Roma sorgeva nei pressi dell’attuale Largo Argentina, tra via dei Chiavari e via dei Giubbonari, dove oggi si trova piazza di Grotta Pinta. Del teatro di Pompeo oggi non è più visibile nulla in elevato, ma resti dell’edificio sono inglobati nel tessuto urbanistico di Roma.
Il teatro prese il nome dal console Gneo Pompeo Magno, che ne ordinò la costruzione al ritorno dalla sua campagna vittoriosa contro i Parti, tra il 60 e il 55 a.C.
Prima di Pompeo vigeva il divieto di costruire edifici stabili di spettacolo in città, per evitare assembramenti. Il console aggirò il divieto facendo apporre sulla sommità della cavea un piccolo tempio dedicato a Venere Vincitrice, sua protettrice, in questo modo tutta la gradinata del teatro appariva come una grande scala di accesso al tempio.
Nel giro di pochi anni e nella stessa area vennero costruiti altri due teatri: quello di Cornelio Balbo e quello di Marcello, il nipote di Augusto scomparso prematuramente, l’unico perfettamente conservato grazie alla trasformazione e al riuso che ne venne fatto nel Medioevo, quando divenne residenza fortificata di alcune delle più potenti famiglie dell’epoca.
Il teatro di Pompeo aveva dimensioni considerevoli: il diametro era di 150 metri; le gradinate potevano ospitare fino a 18 000 persone. Era inoltre arricchito da un quadriportico con delle colonne.
Nel 32 a.C. Augusto lo restaurò una prima volta; poi nell’80 d.C. un incendio lo danneggiò e venne nuovamente restaurato sotto Domiziano. Nel teatro di Pompeo furono allestiti spettacoli fino al V secolo d.C. Nel Medioevo divenne cava di materiali edilizi e fondamento di successivi edifici.
È proprio nella Curia del teatro di Pompeo che Giulio Cesare fu ucciso alle Idi di marzo del 44 a.C. Dallo storico Plutarco sappiamo che in una nicchia del colonnato interno era posta la statua di Pompeo, ai piedi della quale cadde il corpo di Cesare trafitto dai colpi dei congiurati.