Temporale Pascoli la scrisse nel 1892 e la inserì nella terza edizione della raccolta Mirycae (1894), nella sezione In campagna. Ve ne diamo il testo, la parafrasi, l’analisi e il commento.
Temporale Pascoli testo
Un bubbolìo lontano…
Rosseggia l’orizzonte,
come affocato, a mare
nero di pece, a monte,
stracci di nubi chiare:
tra il nero un casolare:
un’ala di gabbiano.
Temporale Pascoli parafrasi
In lontananza si sente il brontolìo di un tuono…
Verso il mare, l’orizzonte splende di rosso come fosse infuocato: verso la montagna si addensano le nubi, nere come la pece, nel resto del cielo lembi di luce più chiare e frastagliate: un casolare bianco si staglia sul nero delle nubi: sembra un’ala di gabbiano.
Temporale Pascoli analisi
La lirica Temporale è contenuta nella raccolta Myricae. È una ballata minima di settenari con schema ABCBCCA.
Figure retoriche
La sensazione di apertura è fonica: il brontolìo lontano del tuono. Il termine impiegato da Pascoli (v. 1 «bubbolìo») ha valore onomatopeico; nel toscano parlato, infatti, “bubbolare” vuol dire “tuonare”.
Segue poi tutta una serie di notazioni visive, che s’impongono come intense pennellate di colore: «rosseggia» (unico verbo della poesia), «affocato», «nero di pece», «nubi chiare», «tra il nero». Anche questi particolari visivi, come già il rumore iniziale del tuono, assumono una valenza allusiva, evocando qualcosa di cupo, di minaccioso, di angoscioso.
Ma ecco apparire un casolare bianco che si staglia sul nero delle nubi e che richiama per analogia l’ala di gabbiano. Il colore bianco sembra alludere ad una speranza, ad un riscatto dal dolore e dalla sofferenza. Nella stessa direzione l’immagine dell’ala di gabbiano, metafora di una liberazione dagli affanni e dalle sofferenze della vita.
Analogica è anche la punteggiatura (i due punti dei vv. 3, 5, 6, infatti, non hanno valore esplicativo). Sono procedimenti affini a quelli del Simbolismo.