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Teoria del Sole e della Luna di Innocenzo III

La Teoria del Sole e della Luna fu una concezione politica diffusa nel Medioevo, di cui fu grande sostenitore papa Innocenzo III. Egli sosteneva la superiorità del papa sull’imperatore così come il Sole è superiore alla Luna, che brilla non di luce propria, ma riflette la luce del Sole.

Perché Innocenzo III elaborò la teoria del Sole e della Luna?

Papa Innocenzo III, seguendo la via tracciata nella seconda metà dell’XI secolo da papa Gregorio VII (il papa che diede inizio alla lotta per le investiture), si propose di rafforzare ulteriormente il ruolo del pontefice all’interno della cristianità. Si proclamò quindi “Vicario di Cristo” ponendo la sua autorità in diretto rapporto con Dio, di cui si dichiarava rappresentante sulla Terra.

Per rendere chiara questa sua posizione e affermare la pienezza del potere spirituale e temporale del vescovo di Roma, nella lettera Sicut universitatis conditor (30 ottobre 1198) usò la metafora della Luna-Impero che riceve la sua luce dal Sole-Chiesa: come la Luna brilla della luce riflessa dal Sole, così l’imperatore riceve autorità e legittimazione dal pontefice a cui, solo, è stato conferito il potere da Dio.

L’imperatore dunque si deve collocare in posizione subordinata rispetto al papa, che gli delega l’autorità di governare i popoli in suo nome, e da lui deve dipendere.

Innocenzo III fu un energico sostenitore della superiorità del papa su ogni altro sovrano, compreso l’imperatore. Egli affermò dunque che spettava al papa scegliere chi doveva sedere sul trono imperiale.

La teocrazia di Innocenzo III venne ripresa e ribadita anche da papa Bonifacio VIII nella bolla Unam Sanctam del 1302.

In seguito Dante teorizzerà contro Innocenzo III la Teoria dei due Soli.

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