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Tersite nell’Iliade – Descrizione e spiegazione

Tersite (il nome significa “lo sfrontato”) è il gobbo e zoppo soldato greco, volgare e insolente, protagonista di un breve celebre episodio del secondo libro dell’Iliade (vv. 211-277).

Tersite nell’Iliade

Ricordiamo rapidamente l’episodio in cui appare questo personaggio, compreso nel libro II dell’Iliade (vv. 211-277).

Zeus invia ad Agamennone, mentre dorme nella sua tenda, un sogno ingannatore, che lo esorta ad armare gli Achei per il giorno successivo, perché Troia è destinata finalmente a cadere.

Agamennone, destatosi, annuncia il sogno agli anziani, ma prima di far armare l’esercito dichiara di voler mettere alla prova l’animo dei soldati, per testare l’effettiva volontà di combattere. Annuncia egli stesso agli Achei di voler tornare in patria. A questo punto si scatena un tumulto e tutti i Greci corrono in massa alle navi, con l’animo bramoso di gustare la gioia del ritorno.

Ma Era, irriducibile nemica dei Troiani, esorta Atena a dissuadere gli Achei dal partire e Atena incarica di ciò Ulisse/Odisseo. Questi interviene per bloccare i compagni e li riconduce di nuovo nell’accampamento. Ma uno solo, irriducibile, persiste nella convinzione di voler tornare in patria, ignorando le parole di Ulisse. È Tersite, il più brutto e il più vile degli Achei.

Tersite e Odisseo

Tersite, nel mezzo dell’assemblea, accusa il re Agamennone di essere egoista e di sfruttare l’esercito per il suo unico tornaconto; accusa anche Achille e i suoi compagni di non essere abbastanza coraggiosi da sfidare Agamennone e di lasciarlo solo: come invece fa lui, che invita tutti a ritirarsi dalla guerra di Troia.

Ulisse/Odisseo lo guarda storto e lo rimprovera aspramente, intimandogli di non offendere più il suo comandante; poi lo bastona con lo scettro regale. Il povero soldato si ritira dolorante e piangente, tra le risa degli Achei, che plaudono alla prepotenza di Ulisse.

Tersite descrizione

Con le gambe storte, zoppo da un piede, le spalle curve e cadenti, la testa a pera sormontata da una rapida peluria, Tersite è il ritratto dell’anti-eroe, il contrario del modello dell’eroe classico, bello e forte com’è invece Achille.

Alla deformità fisica corrisponde poi una deformità morale: Tersite è un oratore eloquente, ma scriteriato, senza misura e amante di parole senza decoro e ingiuriose, di discorsi ridicoli, di litigi con i re; è borioso e vile. Insomma Tersite non solo è il più spregevole degli Achei venuti a combattere a Troia, ma anche il più odioso, specialmente a Odisseo e ad Achille che spesso insolentiva.

Tersite nell’Iliade spiegazione

Nel suo discorso, Tersite ribadisce i concetti già espressi da Achille nell’alterco con Agmennone, quali l’arrognaza e l’ingiustizia dei comportamenti del sommo capo (leggi L’ira di Achille). Tersite li esprime però con un linguaggio ben più esplicito e con tono pettegolo ed esacerbato.

Tuttavia, mentre Ulisse viene lasciato parlare senza che nessuno osi interromperlo, l’intervento di Tersite viene duramente represso dal potere costituito, in questo caso rappresentato da Odisseo, che passa immediatamente alle vie di fatto, percuotendolo duramente con lo scettro. L’esemplare punizione del ribelle ripristina l’ordine che era stato turbato.

Qui è chiaro l’insegnamento – di stampo reazionario e conservatore – che si vuole impartire: “ogni tentativo popolare” di ribellarsi al potere aristocratico va considerato illegittimo e inaccettabile ed è anzi destinato ad essere violentemente stroncato; il popolo può forse far sentire la sua voce, ma in nessun caso è ammissibile che riesca a ottenere alcun obiettivo.

Del resto, “esemplare” è l’atteggiamento dei commilitoni di Tersite, che, al termine dell’episodio, “Benché dispiaciuti” (v.270) approvano l’azione violenta con cui Odisseo mette a tacere il loro sfortunato compagno e ridono di lui. Nella “cultura della vergogna” il riso di norma costituisce una sorta di “sanzione sociale” contro chiunque abbia attuato un comportamento non ortodosso, dissociandosi dall’ordine costituito.

Nella prospettiva omerica, dunque, al demos (il ceto popolare) non può ancora essere concessa nessuna anacronistica “libertà di parola”.

Che fine fa Tersite?

Sappiamo da fonti successive a Omero che Tersite sarà ucciso da Achille. Dopo la morte di Ettore, nuovi alleati giunsero a Troia. Fra questi vi era anche la regina delle Amazzoni, Pentesilea, che, abile nei combattimenti, spedì nell’oltretomba molti Greci. Poi duellò con Achille, che la uccise. Achille la spogliò delle armi, com’era consuetudine, e ammirandone la bellezza cedette al desiderio, possedendone il cadavere. Tersite, osservando la scena, cominciò a deridere l’eroe, che lo uccise con un pugno.

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