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Il Titanismo in Alfieri, Foscolo e Leopardi

Il titanismo: origine e definizione

Il termine Titanismo deriva dalla mitologia greca: i Titani erano dei giganti, figli di Urano e di Gea, che si ribellarono al potere di Zeus e degli altri dèi dell’Olimpo.

Con riferimento ai ribelli del mito, titanismo fu chiamato un atteggiamento di ribellione e di sfida ad ogni forma di autorità e di potere oppressivo che gravi sugli uomini: Dio, il destino, la tirranide regale, la legge, le convenzioni sociali.

È una ribellione che nasce da uno smisurato orgoglio, da un’ansia di sovrumana grandezza e di infinita libertà, che non tollera limiti o costrizioni di sorta; una rivolta generosa, che non parte da un calcolo delle forze e delle probabilità di vittoria, ma osa sfidare la potenza oppressiva anche se sa di essere votata alla sconfitta. Proprio per questo però la sfida appare più eroica, e lo sconfitto ne ricava un alone di nobile grandezza. Il “titano” è vinto materialmente, ma non domato spiritualmente, e, seppur prostrato dalla potenza oppressiva, conserva egualmente il suo contegno di sfida, senza mai piegarsi.

Il titanismo in Vittorio Alfieri

Vi è in Vittorio Alfieri un senso orgoglioso della propria eccezionalità spirituale, in contrapposizione ad un’umanità mediocre e vile di «schiavi»; una tensione a una grandezza sovrumana; un’ansia di affermazione assoluta del proprio io, che si traduce in insofferenza per ogni costrizione, in avversione esasperata nei confronti dell’oppressivo assolutismo dei suoi tempi. Per questo nel trattato Della tirannide e in molte tragedie lo scrittore traccia le linee di una figura eroica che generosamente si erge a sfidare la potenza avversa, anche a prezzo della vita. La sfida è votata a sicura sconfitta, perché il potere tirannico è invincibile; ma l’eroe, anche se vinto, non è mai domato interiormente, ed affronta senza esitazioni il sacrificio e la morte pur di affermare la sua scelta di libertà e la sua incontaminata purezza.

Il titanismo in Ugo Foscolo

Ugo Foscolo con il protagonista delle Ultime lettere di Jacopo Ortis (1802), traccia il ritratto di un vero e proprio eroe alfieriano, smanioso di grandezza e libertà, insofferente della viltà dei tempi, ma schiacciato senza pietà dall’oppressione tirannica e indotto a scegliere la morte come suprema sfida e rivendicazione della propria purezza (per un approfondimento leggi Foscolo, Ultime lettere di Jacopo Ortis – Riassunto clicca qui).

Il titanismo in Giacomo Leopardi

Il titanismo ricorre anche in Giacomo Leopardi che ne La ginestra, o il fiore del deserto (1836), prospetta una titanica lotta dell’umanità intera, stretta in una solidale unità, contro la natura nemica e persecutrice degli uomini.

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