Tito imperatore romano della dinastia Flavia regnò per poco più di due anni, dal 79 all’81 d.C., anno della sua morte.
Tito era nato il 30 dicembre del 39 d.C. Alla morte del padre Vespasiano nel 79 d.C., gli successe senza incontrare opposizioni.
Si era già fatto apprezzare durante il regno paterno per l’efficace repressione di una rivolta giudaica che aveva sconvolto la Palestina tra il 66 e il 70 d.C. (Prima guerra giudaica), durante la quale venne distrutto il Secondo Tempio di Gerusalemme.
Raffinato e generoso, l’imperatore Tito ebbe modo, appena salito al potere, di mostrare queste sue qualità sostenendo anche con ricchezze proprie, le popolazioni colpite dall’eruzione del Vesuvio del 79, che distrusse Pompei, Ercolano e Stabia.
Neppure una condanna a morte si contò nel breve principato dell’imperatore romano Tito. I suoi modi accattivanti, il suo aspetto affascinante, la sua intelligenza vivace e duttile gli procurarono il consenso di tutti. Svetonio definì Tito “delizia del genere umano”; persino lo storico Tacito, mai tenero con gli imperatori, scrisse che il principato di Tito fu piuttosto «felice nella sua brevità».
Tito si occupò della costruzione di opere pubbliche, portando a compimento il Colosseo.
Il suo regno, tuttavia, fu troppo breve perché se ne possa dare una valutazione adeguata. Tito morì infatti il 13 settembre dell’81 d.C., per un male improvviso, dopo poco più di due anni di regno. Il senato gli riservò l’apoteosi.
L’apoteosi era la cerimonia con cui si elevava al rango divino un imperatore defunto, che da quel momento era qualificato con il termine divus (divino) prima del nome. Suo fratello Domiziano, inoltre, fece erigere nel Foro romano un arco trionfale (è il più antico arco trionfale conservato a Roma, leggi e guarda qui) per commemorare la vittoria riportata da Tito nella repressione della rivolta giudaica del 66-70 d.C.