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Lev Tolstoj: la vita, le opere, i personaggi

Lev Nikolaevic Tolstoj nacque il 9 settembre 1828 a Jasnaja Poljana, nel cuore della Russia europea, da una famiglia aristocratica. La sua prima giovinezza fu disordinata e incostante.

Nel 1851 si arruolò e per cinque anni combattè sul Caucaso e nella guerra di Crimea.

Nel 1857 compì un lungo viaggio in Europa occidentale, che ripeté nel 1861. Poi si installò nella sua proprietà di Jasnaja Poljana, che aveva ereditato dai genitori, e prese a occuparsi dell’educazione dei figli dei contadini.

Nel 1862 si sposò con Sofia Behrs e si dedicò con assiduità alla letteratura: fra il 1867 e il 1869 uscì Guerra e Pace, frutto del lavoro di lunghi anni; e fra il 1875 e il 1877 vide la luce Anna Karenina.

Intorno al 1880 si verificò in lui una crisi, che impose una svolta radicale alla sua esistenza. Si fece banditore di una dottrina etico-religiosa fondata sulla non violenza (che suggestionò il giovane Gandhi), sull’amore evangelico per il prossimo, sul dovere di aiutare chi soffre o è oppresso. Coerentemente con questi principi, rinunciò ai suoi privilegi di aristocratico e diede i suoi ricchi diritti d’autore per aiutare i perseguitati; si dedicò al lavoro manuale. Modificò anche la sua concezione dell’arte, intendendola come strumento pedagogico e morale, rivolto a tutti, anche ai più semplici.

Queste posizioni ebbero risonanza mondiale, data la notorietà dello scrittore, e la sua casa di Jasnaia Poliana divenne meta di pellegrinaggio di intellettuali, politici, religiosi, uomini comuni.

Ma Tolstoj ebbe a soffrire della censura zarista, della scomunica della Chiesa ortodossa e anche dei conflitti con i familiari, ostili per motivi economici alla sua dedizione evangelica.

Per sottrarsi a questi conflitti e per privarsi definitivamente di ogni privilegio, il 28 ottobre 1910, a ottantadue anni, si allontanò da casa, ma ammalandosi dopo pochi giorni si fermò nella stazione di Astapovo, dove morì il 20 novembre.

Fra le sue opere, oltre a Guerra e pace e Anna Karenina, si ricordano Infanzia, che segnò nel 1852 l’esordio di Tolstoj, prima parte di una trilogia autobiografica, cui seguirono Adolescenza (1854) e Giovinezza (1857).
L’esperienza della guerra nel Caucaso e della guerra in Crimea fu consegnata ai Racconti di Sebastopoli (1855-56), in cui è descritta spietatamente la realtà della guerra, l’eroico comportamento dei semplici soldati e quello meno eroico degli ufficiali.
Nel racconto I cosacchi (1863) esalta la vita a contatto con la natura, lontano dalla civiltà falsa e corrotta. È del 1884 La morte di Ivan Il’ic, del 1889 La sonata a Kreutzer, del 1900 Resurrezione.

In tutte le opere di Tolstoj emerge un atteggiamento fortemente critico nei confronti della società moderna, contestata in nome di un ideale di semplicità evangelica; ma il punto di vista dell’autore non è esposto in modo diretto bensì incarnato da personaggi dotati di straordinaria corposità e vitalità.

Scrivendo romanzi che contano decine di personaggi (circa seicento sono stati stimati quelli di Guerra e pace), Lev Tolstoj continua a restare al di fuori della trama, ma allo stesso tempo si cala volta per volta nei personaggi, mimetizzando il suo intervento dietro ai gesti, ai concetti, al linguaggio propri di ciascuno di loro.

Lev Tolstoj ha la sorprendente capacità di entrare in personaggi del tutto opposti: basta pensare all’arcigno principe Bolkònski, padre di Andrea, e al contadino Platon Karataev, in Guerra e pace. Si direbbe quasi che l’autore li conosca e li ami a un punto tale da poter appropriarsi del loro linguaggio in modo perfetto: un caso tipico è l’uso del francese da parte dei personaggi nobili, che Tolstoj conserva quasi sempre senza tradurre, oppure il linguaggio figurato dei contadini usato ancora da Platon Karataev.

Tolstoj c’è: è dietro ai personaggi, respira e vive con loro, ma tuttavia essi si muovono magnificamente, come se fossero indipendenti. È la famosa “naturalezza” dei romanzi maggiori di Tolstoj, che pare quasi “cinematografica”, tanto i personaggi sono vivi, mobili e presenti sulla scena.

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