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Tondo Doni, Michelangelo – Analisi dell’opera

Tondo Doni, anche detto la  Sacra Famiglia, di Michelangelo Buonarroti, è un dipinto a tempera su tavola (120 cm X 120 cm) realizzato tra il 1504 e il 1507. È inserito nella cornice originale, probabilmente disegnata dallo stesso Michelangelo. Il raffinato lavoro a intaglio è invece attribuito a Marco e Francesco del Tasso.
Il Tondo Doni è conservato presso gli Uffizi di Firenze.

Tondo Doni descrizione

Il Tondo Doni è realizzato da Michelangelo Buonarroti per Agnolo Doni, ricco mercante di Firenze, collezionista d’arte e mecenate.

Agnolo Doni incarica Michelangelo di dipingere una Sacra Famiglia, forse in occasione del matrimonio con Maddalena Strozzi (1504) o, come è stato proposto recentemente, per celebrare la nascita della loro figlia Maria (1507).

Al centro, in primo piano, stanno Maria, il Bambino e san Giuseppe.

In secondo piano, oltre un muretto che funge da separazione:

  • a destra sta san Giovannino;
  • dietro di lui un gruppo di figure nude.

Lo sfondo è appena accennato, perché non il paesaggio ma le figure mostrano il vero significato dell’opera.

Le figure nude in secondo piano rappresentano infatti il mondo pagano che precede la venuta di Cristo; la Sacra Famiglia, invece, il mondo cristiano; il muretto è il confine tra presente e passato, di cui san Giovannino fa ancora parte, ma è l’unico a guardare verso Maria, Giuseppe e il Bambino, perchè è colui che è stato chiamato a fare da mediatore e a preparare la strada alla predicazione di Gesù.

Maria ha il busto ruotato dalla parte opposta rispetto alle gambe, a materializzare un movimento ascendente che culmina nelle braccia sollevate per sostenere saldamente il Bambino. Quest’ultimo è colto nel momento in cui Giuseppe lo porge a Maria, a visualizzare un altro movimento circolare contrapposto a quello della Madonna.

Tondo Doni Michelangelo analisi

Nel gruppo della Sacra Famiglia, infatti, è stata evidenziata la presenza della cosiddetta “figura serpentinata“, cioè di quella posa per cui uno o più personaggi avvitati su se stessi sono visibili contemporaneamente dall’unico punto di vista dell’osservatore, dando concretezza visiva alla sinuosità e alla linea spiraliforme, con una spinta che è insieme fisica e concettuale ed evoca il movimento continuo verso l’alto.

Ricostruzione grafica della serpentina del Tondo Doni di Michelangelo
Ricostruzione grafica della serpentina del Tondo Doni di Michelangelo

I colori sono prevalentemente chiari, freddi, talvolta accostati per contrasto: ciò determina la presenza di riflessi improvvisi che ricordano la lucentezza del marmo.

I corpi sono realizzati con perfezione anatomica e con forte senso del volume; la linea definisce il contorno delle figure, consentendo loro maggior stacco dal fondo: del resto la pittura di Michelangelo si avvicina alla scultura, e di questa ha la forza plastica.

Tondo Doni di Michelangelo – Curiosità

Nei nudi dipinti sullo sfondo, si riconosce:

  • la posa dell’Apollo del Belvedere (che Michelangelo ebbe modo di vedere; ora è esposto al Museo Pio-Clementino) nel giovane in piedi, a destra, che si appoggia al muretto;
  • un richiamo al gruppo scultoreo del Laocoonte (attualmente al Museo Pio-Clementino) nell’uomo seduto subito a destra di Giuseppe, rinvenuto nel gennaio del 1506 alla presenza di Michelangelo stesso.

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