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Trattati di pace dopo la seconda guerra mondiale

I trattati di pace dopo la seconda guerra mondiale furono firmati a Parigi il 10 febbraio 1947. La sottoscrizione dei trattati di pace fu preceduta da una Conferenza di pace tenutasi a Parigi tra luglio e ottobre 1946. Il compito di ridefinire i confini dei territori dell’Europa alla fine della guerra spettò alle due grandi potenze vincitrici: Stati Uniti e Unione Sovietica.

Che cosa prevedevano i trattati di pace di Parigi dopo la seconda guerra mondiale?

Ecco le principali decisioni dei trattati di pace seconda guerra mondiale:

la Germania perse tutti i territori occupati e venne divisa in due parti: a ovest, nella zona controllata dagli Anglo-Americani, nacque la Repubblica federale tedesca, uno stato democratico alleato delle potenze occidentali; a est, nella zona occupata dall’Armata Rossa, si costituì la Repubblica democratica tedesca, uno stato comunista alleato dell’Unione Sovietica. Anche Berlino venne divisa in due parti: Berlino est, controllata dai Sovietici; Berlino ovest formata dalle tre zone delle città controllate da americani, inglesi e francesi.

Urss (Unione Sovietica) recuperò alcuni territori che aveva perso con la prima guerra mondiale (Ucraina, Bielorussia, Lituania, Estonia, Lettonia) e ottenne altri compensi dalla Finlandia, dalla Cecoslovacchia e dalla Romania;

l’Austria, di cui fu stabilita la neutralità, tornò a essere una repubblica indipendente, ma fino al 1955 restò divisa in quattro zone occupate da sovietici, inglesi, francesi e americani;

l’Italia perse tutte le colonie (l’Albania, i territori in Africa e in Grecia); cedette alla Francia due comuni di confine (Briga e Tenda); inoltre dovette cedere alla Iugoslavia l’Istria, gran parte della Venezia Giulia, Fiume e Zara. La città di Trieste, rivendicata dagli Iugoslavi, fu organizzata in un territorio libero diviso in due zone (la zona A anglo-americana, la zona B iugoslava); solo nel 1954 Trieste tornò a far parte dell’Italia.

In Asia, il Giappone perse tutti i possedimenti cinesi, Formosa, Sahalin e la Corea, e fu sottoposto al controllo politico-militare statunitense. Il governo di occupazione, retto dal generale americano Douglas MacArthur, varò una nuova costituzione (entrata in vigore nel 1946) e intervenne a fondo nel settore economico (scioglimento dei maggiori gruppi monopolistici; riforme agrarie). Il regime di occupazione americana del Giappone venne meno ufficialmente nel 1951, con la firma del trattato di San Francisco; gli Stati Uniti conservarono tuttavia delle basi militari nel Paese. Negli altri territori dell’Estremo Oriente le potenze vincitrici mantennero sostanzialmente il controllo sui rispettivi imperi coloniali.

A tutte le nazioni sconfitte venne imposto di pagare un risarcimento in denaro per i danni provocati durante la guerra.

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