Il Trattato di Campoformio tra Francia e Austria concluse la vittoriosa campagna di Napoleone Bonaparte in Italia. Il generale Bonaparte e il conte Johann Ludwig Josef von Cobenzi, in rappresentanza dell’Austria, firmarono il Trattato il 17 ottobre 1797.
Il Trattato di Campoformio:
- riconobbe l’egemonia francese in Lombardia e in Emilia e l’annessione del Belgio;
- attribuì alla Francia la riva sinistra del Reno;
- il Veneto, l’Istria e la Dalmazia passarono all’Austria;
- alla neonata Repubblica cisalpina passarono invece i territori di Bergamo e Brescia.
Trattato di Campoformio – le conseguenze
Il Trattato provocò la protesta di molti patrioti: la Repubblica di Venezia cessava infatti di esistere. Si trattava di un vero e proprio tradimento commesso dai francesi. Essi avevano subordinato l’affermazione degli ideali di Libertà, Giustizia e Uguaglianza della Rivoluzione francese ai loro disegni di conquista.
Il famoso incipit de Le ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo – «Il sacrificio della patria nostra è consumato» – interpreta la posizione dei patrioti veneti, molti dei quali trovarono rifugio a Milano (lo stesso Foscolo), dove si era costituita la Repubblica Cisalpina.
Dopo il Trattato di Campoformio, preziosissime opere appartenenti alle collezioni pontificie e veneziane vennero forzatamente cedute ai francesi. L’Italia, del resto, era considerata terra di conquista da depredare e saccheggiare.
Comunque, Napoleone, nonostante abbia finito col deludere i suoi più accesi sostenitori, quasi suo malgrado, risvegliò negli italiani un forte sentimento nazionale; insinuò, inoltre, in un popolo ancora soggetto a dominazione straniera, la consapevolezza che la libertà non era un “bene” esportabile dalla Francia ma una conquista che ciascun popolo doveva ottenere con le proprie forze.